Forse mai come quest’anno il Premio è stato tanto in sintonia con quanto Alfred Nobel scrisse nelle sue ultime volontà. Il Nobel Peace Prize assegnato oggi a ICAN è il riconoscimento più importante per l’International Campaign for the Abolition of the Nuclear Weapons, a cui convergono nel mondo centinaia di organizzazioni fortemente attive nell’attuazione di un disarmo atomico globale.
Non è una coincidenza l’assegnazione del premio proprio in questo periodo di estrema tensione e di rischio sempre maggiore di un conflitto nucleare. La stessa presidente del Comitato norvegese del Nobel ha affermato che “stiamo mandando un messaggio a tutti gli Stati, in particolare gli Stati nucleari”: il monito che arriva da Oslo è quanto mai attuale dopo l’approvazione in sede delle Nazioni Unite del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. Un percorso iniziato da qualche anno e che ha avuto il suo sviluppo e la sua crescita in seno alle Conferenze diplomatiche che si sono succedute proprio grazie al lavoro e alla determinazione dei tanti gruppi di attivisti nella Società Civile: il concetto di “impatto umanitario” nell’ipotesi di un conflitto atomico non aveva mai trovato posto nelle Conferenze tra i vari Stati e nei Trattati sul disarmo nucleare.
Qui il dott. Di Paolantonio:
“Il cammino è cominciato proprio a Roma, il 24 e 25 aprile 2010, durante il tradizionale incontro dei Nobel per la Pace, a cui ero presente. In quell’occasione, ci sono stati i primi approcci per sviluppare l’azione di sensibilizzazione proseguita con le conferenze internazionali preparatorie degli anni successivi. Tra il 2013 e il 2015, la comunità mondiale si è incontrata a Oslo, Nayarit e Vienna per discutere la questione atomica dal punto di vista delle “conseguenze umanitarie” di un possibile conflitto nucleare e verificare la possibilità di prevedere un divieto legale contro tale tipo di armamenti. E’ un sogno che può e deve avverarsi. Proprio come è avvenuto per la schiavitù, la sua abolizione sembrava un’idea utopica fino a un momento prima che avvenisse. Poi, è diventato assurdo il contrario”.
ICAN – Statement on Nobel Peace Prize 2017 traduzione italiana di Lisa Clark Testo originale
E’ un grande onore essere insigniti del Premio Nobel per la Pace 2017 come riconoscimento per il nostro ruolo nell’approvazione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Questo storico trattato, adottato il 7 luglio con il voto favorevole di 122 Stati, offre all’umanità uno strumento alternativo, assolutamente necessario, in questo nostro mondo dove prevalgono e proliferano invece le minacce di azioni di distruzione di massa.
La Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN) è una coalizione di organizzazioni non-governative di 100 paesi. Grazie al potere delle mobilitazioni popolari abbiamo lavorato per scrivere la parola fine alla storia dell’arma più distruttiva che l’uomo abbia mai inventato, l’unica arma che minaccia l’esistenza stessa dell’umanità.
Questo premio rende omaggio agli sforzi di milioni di attivisti e cittadini in tutto il mondo che, fin dai primi anni dell’era atomica, hanno alzato la voce contro le armi nucleari, hanno protestato, dicendo con forza che quelle armi non servono ad alcuno scopo legittimo e devono essere messe al bando, smantellate ed eliminate.
Rende omaggio anche ai sopravvissuti dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki – gli Hibakusha – nonché alle vittime delle sperimentazioni nucleari in tutto il mondo, le cui strazianti testimonianze e il cui impegno senza sosta hanno svolto un ruolo importantissimo nel percorso che ha portato all’adozione di questo storico trattato.
Il trattato vieta categoricamente le peggiori armi di distruzione di massa e traccia un percorso chiaro verso la loro eliminazione totale. Si tratta della risposta alle preoccupazioni crescenti della Comunità internazionale che riconosce che un qualsiasi uso di armi nucleari infliggerebbe danni catastrofici e permanenti agli esseri umani e al nostro pianeta vivente.
Siamo orgogliosi di aver svolto un ruolo di primo piano nell’elaborazione del trattato, attraverso l’impegno e la partecipazione a conferenze diplomatiche; continueremo a lavorare alacremente negli anni a venire per garantire che possa entrare in vigore ed essere pienamente attuato. Ogni nazione che vuole davvero impegnarsi per un mondo più pacifico, libero dalla minaccia nucleare, dovrà firmare e ratificare questo trattato di importanza vitale, senza ulteriori indugi.
Alcuni governi ritengono che le armi nucleari rappresentano uno strumento legittimo ed essenziale di sicurezza: sono idee non solo sbagliate ma pericolose, poiché incitano alla proliferazione e impediscono il disarmo. Tutte le nazioni hanno il dovere di rifiutare queste armi totalmente, prima che vengano usate di nuovo.
Siamo in un’epoca di forti tensioni globali, in cui la retorica bellicosa rischia di portarci inesorabilmente verso l’orrore inenarrabile. Lo spettro della guerra nucleare ci minaccia nuovamente. Se mai è esistito il momento storico giusto, in cui gli Stati hanno l’obbligo morale di dichiararsi contrari alle armi nucleari, quel momento è adesso.
Ci rivolgiamo con gratitudine a quegli Stati che hanno già firmato e ratificato il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari e incoraggiamo tutti gli altri a seguire il loro esempio. Questa è la strada da perseguire in questo momento di grande crisi. Il disarmo non è un pio desiderio, è una impellente necessità umana.
Con umiltà desideriamo ringraziare il Comitato norvegese per il Nobel. Questo premio illuminerà la strada che il Trattato sulla Proibizione ci ha aperto, strada che conduce a un mondo libero da armi nucleari. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo imboccare quella strada.
E qui sotto ecco un video del 2007 prodotto dalla neonata Organizzazione per promuovere la sua crescita e il suo sostegno!