E’ una forte maggioranza! In un sondaggio del 10 dicembre ad opera dell’emittente televisiva NHK ecco svelare l’assoluta prevalenza, da parte dei cittadini nipponici, alla convinzione che il Giappone dovrebbe aderire anch’esso al TPNW, il Trattato per la Proibizione delle armi nucleari. Il sondaggio telefonico dell’emittente televisiva faceva parte di un report mensile riguardante gli aspetti politici del Paese e la richiesta di adesione è stata la risposta del 66% degli intervistati (i contrari al 17%).
“Papa Francesco ha visitato il Giappone il mese scorso e ha dato un appello a tutte le nazioni affinché aderiscano al TPNW per la realizzazione di un mondo senza armi nucleari. Il governo giapponese non ha aderito nella convinzione che il Trattato non è realistico ai fini del disarmo. Ritenete che il governo debba invece approvarlo?”
E a questo quesito rivolto ai partecipanti i “Sì” hanno raggiunto il 65,9%, i “No” il 17,1% mentre gli indecisi il 17%.
Qui un commento di Rico Robertson e Akira Kavasaki di “Peace Boat”:
Gli attivisti giapponesi vedono questo risultato del sondaggio come abbastanza buono nell’insieme della consistente campagna negativa del governo contro il TPNW. Quasi due terzi sostengono l’adesione al trattato, mentre quelli che non lo sostengono sono meno di un quinto.
Ancora una volta i cittadini si rivelano più saggi di coloro che pure avevano eletto a loro rappresentanza. E questo è sempre più attuale anche in altre nazioni; perché, a chi ne è consapevole, non è solo il cambiamento climatico a fare paura…
Una nuova creazione multimediale, un film-documentario prodotto da “Pressenza”, una spinta ulteriore per chiedere ad alta voce un mondo senza atomiche.
Era un’idea nata un anno fa al fine di documentare la storia del TPNW, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. E alla fine concretizzata in un film-documentario, la cui versione in lingua originale è stata presentata a Santiago del Cile nel maggio scorso, mentre la versione inglese ha avuto la sua “prima” lo scorso giugno a New York.
“Questo documentario evidenzia gli sforzi fatti per trasformare il trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari, ICAN, è raccontato tramite le voci di attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre al Presidente della conferenza ONU di negoziazione.
Questo documentario di 56 minuti trasporta lo spettatore attraverso una breve storia della bomba e dell’attivismo anti-nucleare che ha lottato per eliminarla fin dalla sua invenzione. Si sviluppa tra le iniziative umanitarie che hanno sfidato con successo la narrazione dominante della sicurezza e i passi storici che sono stati percorsi fin dal 2010 per trasformare il trattato da sogno a realtà. Infine, il film mostra quello che può essere fatto da ognuno per aiutare a rendere operativo il trattato e per stigmatizzare le armi nucleari finchè non siano finalmente eliminate.”
L’entità della contrapposizione tra il “no” dei Nuclear States (e dei propri alleati) con la scelta in positivo di altre 122 Nazioni nella votazione del Nuclear Ban sarebbe ridimensionata se si considerasse il volere dei popoli anziché dei propri governi. Basti pensare come via via tante amministrazioni cittadine, anche all’interno degli Stati contrari al TPNW, siano giunte ad approvare, anche con voto “trasversale”, mozioni e delibere per sollecitare le proprie istituzioni nazionali a una presa di posizione a favore della ratifica del Trattato.
La proiezione del film da parte di gruppi e associazioni viene richiesta a Silvio Bruschisilvio1959@gmail.com e la sua distribuzione è totalmente gratuita. La prossima proiezione, a cura del Comitato varesino promotore della 2^ Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, avrà luogo venerdì 29 novembre 2019 alle ore 21, presso la Sala Montanari di Varese, Largo Bersaglieri, 1. Sarà presente Giovanna Pagani (presidente onorario di WILPF – Women’s International League for Peace and Freedom – Italia, partner di ICAN).
Ecco il trailer del filmato:
Trama
Il 7 luglio 2017, 122 paesi, in ambito ONU, hanno votato a favore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. I Paesi che non hanno armi nucleari ma che vivono sotto la loro minaccia hanno votato a favore del divieto. Al contrario, tenendo all’oscuro i propri cittadini, i Governi delle potenze nucleari non hanno votato. Nonostante questo la procedura per rendere operativo il divieto è andata avanti. Sta succedendo qualcosa di nuovo.
Questo documentario evidenza gli sforzi fatti per trasformare il Trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo in questo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari – ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017.
Nel film si alternano gli interventi degli attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre a quello del Presidente della specifica Conferenza di negoziazione ONU.
Dal 23 al 26 novembre Papa Francesco è atteso in Giappone. Riportiamo la dichiarazione di Pax Christi International che sollecita il Pontefice a rivolgersi al governo del Giappone e a tutti gli stati del Nord-est asiatico affinché aderiscano al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
Il movimento internazionale Pax Christi si unisce al Consiglio Cattolico Giapponese per la Giustizia e la Pace nel dare il benvenuto alla visita di Papa Francesco a Hiroshima e Nagasaki. Durante il suo papato, Papa Francesco si è espresso fortemente contro le armi nucleari. È quindi opportuno che durante la sua visita in queste due città chieda passi concreti verso il completo disarmo nucleare.
Pax Christi International (PCI) si aspetta che questa visita pastorale metta in evidenza non solo l’immoralità delle armi nucleari, ma anche l’importanza della nonviolenza come etica fondamentale per la costruzione di culture di pace e di sviluppo sostenibile.
Nel 1945, il Giappone ha sofferto una tragedia che non deve più ripetersi, ma il pericolo che altri possano subire il destino di Hiroshima e Nagasaki oggi rimane grande. Quindi, PCI prende atto con gioia dell’esortazione di papa Francesco, secondo cui gli Stati dovrebbero rifiutare il possesso delle armi nucleari, come pure il loro uso. Elogiamo anche la Santa Sede per essere stata tra i primi Paesi a firmare e ratificare il nuovo Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
In quanto popolo di fede e come movimento cattolico globale per la pace, Pax Christi International si ispira alla potente testimonianza nonviolenta degli Ibakusha e di altre persone di buona volontà nell’Asia nord-orientale, nella regione asiatica del Pacifico e altrove, che continuano a lavorare in modo nonviolento per la pace e la giustizia.
Possa questa visita consentire ai governi, incluso il Giappone, di prendere a cuore le parole di papa Francesco: “Le armi di distruzione di massa, in particolare le armi nucleari, non creano altro che un falso senso di sicurezza. Non possono costituire la base per la coesistenza pacifica tra i membri della famiglia umana, che deve piuttosto essere ispirata a un’etica di solidarietà”.
Con tutto ciò in mente, PCI chiede seriamente a papa Francesco di rivolgersi al governo del Giappone e a tutti gli stati del Nord-est asiatico affinché aderiscano al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Il Giappone ha una sfida unica ad assumere questo ruolo di leader, dopo aver subito gli attacchi nucleari del 1945. Il Nord-est asiatico e il mondo affrontano crescenti minacce nucleari.
Possa il viaggio di Papa Francesco catalizzare un cambiamento di cuore in molti, e per questa intenzione Pax Christi International prega per la visita del Pontefice.
79 Stati firmatari e 33 ratifiche. Ecco l’aggiornamento più recente che avvicina ancora di più il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, TPNW) al suo status di legge ai sensi del Diritto Internazionale. E se poi vengono contati gli Stati il cui processo di ratificazione è tuttora in corso, è molto probabile che l’entrata in vigore del TPNW possa arrivare già nel corso del 2020.
A questo proposito mi sovviene la Campagna “2020 Vision“ avviata dall’organizzazione dei “Mayors for Peace” per un disarmo atomico globale. Una “visione”, per lungo tempo quasi un’utopia, che però, almeno come realizzazione dello strumento giuridico per l’abolizione delle armi, avrà forse modo di concretizzarsi.
L’atomica è tuttora l’unica arma di distruzione di massa non soggetta a un divieto globale, a differenza di quanto già imposto per le armi chimiche e batteriologiche. A porre freno da parte del Nuclear States ci sono certamente enormi interessi economici e industriali lungo l’intera filiera per la produzione e la gestione degli ordigni, oltre al concetto – quanto mai inutile se non ipocrita – di “deterrenza” per il mantenimento della sicurezza tramite l’equilibrio del terrore.
(preparato dai membri dell’International Steering Group nell’ipotesi di ritiro degli Stati Uniti e / o della Russia dal Trattato INF il 2 agosto o successivamente)
La Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) deplora l’irresponsabile distruzione del trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) del 1987 da parte degli attuali leader degli Stati Uniti e della Russia. Al culmine della guerra fredda, questo importante trattato bilaterale ha vietato ed eliminato oltre 2.600 tra i più destabilizzanti dei missili a raggio intermedio, allontanando così il mondo dall’orlo della guerra nucleare e dando il via a ulteriori profondi tagli nei due più grandi arsenali nucleari.
Se i Presidenti Donald Trump e Vladimir Putin uccideranno il Trattato INF, minerebbero ulteriormente lo stesso Trattato di non proliferazione Nucleare (TNP) e metterebbero il mondo a rischio maggiore di uso di armi nucleari e di guerra.
Tra pochi giorni, il mondo ricorderà il 74° anniversario dell’uso delle armi nucleari su Hiroshima e Nagasaki, che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone e causato danni a lungo termine alla salute e all’ambiente, che continuano a colpire generazioni nate molto tempo dopo la guerra. Con oltre 13.000 armi nucleari in nove arsenali, tra le crescenti tensioni tra i leader degli Stati nucleari, la terribile eredità delle armi nucleari utilizzate e testate ci ricorda che tali armi di distruzione di massa non devono mai essere più utilizzate.
Dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2017 per la sensibilizzazione sui catastrofici impatti umanitari delle armi nucleari e per contribuire al disarmo nucleare basato sui trattati, ICAN invita gli Stati Uniti e la Russia a:
Difendere il Diritto Internazionale, compreso il Diritto internazionale umanitario;
Avviare colloqui urgenti per ripristinare la conformità e attuare pienamente il Trattato INF;
Effettuare tagli più profondi nei loro arsenali;
Spianare la strada per una sicurezza nuclear-free aderendo al Trattato Multilaterale delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari (TPNW), negoziato e adottato da oltre i due terzi dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2017.
La nostra sicurezza globale non può essere lasciata nelle mani di alcuni governi e leader che sono disposti a sacrificare i bisogni collettivi dell’umanità e la sopravvivenza per i propri fini politici. Le loro azioni e politiche non stanno solo minando i trattati bilaterali e regionali degli ultimi cinquant’anni, ma stanno anche rischiando la sicurezza futura di tutta la vita sulla Terra.