City of Hiroshima Peace Declaration

Come ogni anno, la città di Hiroshima ricorda con una celebrazione, al Parco del Memoriale, l’anniversario della sua distruzione ad opera della prima bomba nucleare utilizzata in guerra. In questa cerimonia il Sindaco di Hiroshima presenta una Peace Declaration indirizzata a tutto il mondo, e continuerà a fare questo invito all’abolizione delle armi nucleari finché sussisterà la loro minaccia.

“Settantuno anni dopo, rimangono più di 15.000 armi nucleari, singolarmente più distruttive di quella che ha inflitto la tragedia di Hiroshima, e prese nel loro insieme capaci di distruggere la Terra stessa. Ora conosciamo l’esistenza di numerosi incidenti e inconvenienti che ci avrebbero portato sull’orlo di esplosioni nucleari o di guerre; oggi abbiamo anche la paura per il loro uso da parte di terroristi.

Data questa realtà, dobbiamo prestare attenzione agli Hibakusha: “Per il futuro dell’umanità, dobbiamo aiutarci a vicenda per vivere in pace e felicità e con rispetto per tutta la vita.” “Per valorizzare la maggior parte della vita che ci è stata data, per favore, tutti, gridiamo ad alta voce che non abbiamo bisogno di armi nucleari “.

Se accettiamo questi appelli, dobbiamo fare molto più di quanto abbiamo fatto. Dobbiamo rispettare valori diversi e adoperarci costantemente verso un mondo in cui tutte le persone possano per davvero “vivere insieme”.

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Ci ha lasciati il Presidente Onorario Anziano, Gabriele Proietto

il dott. Gabriele Proietto, Presidente Onorario Anziano di IPPNW Italy, ci ha lasciati. Pubblichiamo in suo ricordo l’annuncio dato dal nostro Presidente Michele Di Paolantonio.

Ci uniamo nel dolore alla famiglia.


Cari Colleghi,

dobbiamo con profonda tristezza annunciarvi la morte del nostro carissimo Collega Gabriele Proietto, Presidente Onorario dal 2002 della Sezione Italiana (A.I.M.P.G.N., Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare) della nostra Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare.

Il dott. Gabriele Proietto, medico di medicina generale a Pescara durante tutta la sua vita, da medico legale aveva dedicato la sua vita anche alla tutela dei lavoratori, come medico di Patronato dell’I.N.C.A., l’ente di patronato della C.G.I.L., la Confederazione Generale Italiana del Lavoro, e all’attività di formazione scientifica dei propri colleghi, sia medici di medicina generale abruzzesi che medici di patronato INCA­CGIL Abruzzo, essendo tra i primi medici italiani ad impiegare nelle proprie attività professionali educative la metodologia formativa del prof. Gilbert, promossa dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per molti anni era stato autorevole membro della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (F.I.M.M.G.), il più grande sindacato medico italiano, e della Società Italiana di Medicina Generale.

In veste di Presidente Onorario della Sezione Italiana dell’I.P.P.N.W., International Physicians for the Prevention of Nuclear War, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, nel novembre 2003 presiedette presso la Sala del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi a Roma l’Assemblea Nazionale dell’organizzazione, in occasione della partecipazione dell’ allora Presidente Mondiale dell’organizzazione, dott. Ronald Mc Coy, e del dott. Michele Di Paolantonio ai lavori, a Roma, del IV Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace in rappresentanza dell’I.P.P.N.W. stessa.

Il nostro Presidente Onorario anziano, dott. Gabriele Proietto, ci ha lasciati, con dignità e discrezione.

Siamo molto affettuosamente vicini alla sua famiglia, avendolo per sempre nella nostra memoria e nel nostro cuore.

Tante parole nessuna azione?

Nell’imminenza della visita di Obama a Hiroshima e al suo mausoleo, la testimonianza di una sopravvissuta sottolinea come le parole del Presidente non hanno mai dato seguito ai fatti.

Setsuko ThurlowUna finestra di verità e di critica si apre su milioni di cittadini degli Stati Uniti. Il prestigioso giornale New York Daily News ha ospitato ieri 19 maggio, nel suo “opinion editorial”, la testimonianza viva di Setsuko Thurlow, sopravvissuta all’olocausto di Hiroshima. Un racconto orribile nei dettagli ma preciso nel ricordo e puntuale nella critica al Presidente Obama nell’imminenza della visita a Hiroshima e al suo mausoleo, nel corso del suo viaggio della prossima settimana in Estremo Oriente.

“Per me, e per molti sopravvissuti, questa storica occasione presenta un conflitto di emozioni. Naturalmente apprezziamo il coraggio necessario per venire a Hiroshima, soprattutto in considerazione del clima politico negli Stati Uniti. Ma siamo ancora frustrati dalla propensione eloquente di Obama nel dire una cosa e farne un’altra.

Nel suo famoso discorso a Praga, nel 2009, disse: ”Come unica potenza nucleare ad aver usato un’arma nucleare, gli Stati Uniti hanno la responsabilità morale di agire. Non possiamo avere successo da soli in questo sforzo, ma possiamo guidarlo, possiamo avviarlo”. Perché allora il governo degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Obama, s’è impegnato a una spesa di 1 miliardo di dollari nei prossimi 30 anni per modernizzare il proprio arsenale nucleare? Dov’è la responsabilità morale e la leadership in tutto questo?

Se il presidente fosse coerente sulle questioni del disarmo, avrebbe dovuto inviare una delegazione alle Nazioni Unite a Ginevra, dove questo mese i rappresentanti di quasi 100 Paesi hanno discusso le prospettive di un trattato di divieto nucleare.”

All’inizio del mese Setsuko è intervenuta alla prima giornata dell’OEWG, l’Open-ended Working Group taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations, che in questa seconda sessioneha visto ospiti a Ginevra i governi di quasi 100 Nazioni ma con l’assenza in blocco dei nove Nuclear States.


Se basta un solo sottomarino per causare la fine

tilman-at-unAlcune considerazioni di Tilman Ruff, co-presidente di IPPNW, nel corso del suo intervento all’OEWG di Ginevra descrivono dettagli che convalidano la concretezza del rischio. Il riferimento alle conseguenze climatiche globali segue quanto il dottor Ira Helfand ha descritto in precedenza alla Conferenza.

“Gli effetti distruttivi delle armi nucleari non sono legati in modo lineare alla loro resa esplosiva. Le cosiddette armi a basso rendimento (low-yield weapons), con una resa da 10 a qualche centinaio di Kiloton, mirati verso le città, hanno un’efficienza per Kiloton 100 volte maggiore, nel provocare vittime e nella produzione di ceneri, rispetto alle armi ad alto rendimento. Fino a 144 testate nucleari possono essere trasportate da un sottomarino USA della classe Ohio, ciascuna 6-30 volte più potente della bomba di Hiroshima. Anche se “low-yield”, se mirate su città cinesi, le testate di un sottomarino produrrebbero 23 milioni di tonnellate di ceneri. Gli Stati Uniti possiedono 14 di tali sottomarini, la Russia un numero simile. Ciascuno di essi ospita una catastrofe climatica globale in attesa di innescarsi.”

Vedi https://peaceandhealthblog.com/2016/05/18/more-we-know/

Negoziati per l’abolizione delle armi nucleari, diverse proposte alla Conferenza

OEWG 2016Nove Stati delle Nuclear Free Zones (Argentina, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Indonesia, Malesia, Messico e Zambia) nel corso della giornata del 4 maggio all’OEWG hanno presentato una proposta: una Conferenza per l’apertura di negoziati nel 2017 allo scopo di giungere alla creazione di uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari.

“Questo è uno sviluppo molto eccitante e dimostra che i governi si stanno preparando ad avviare un processo di messa al bando delle armi nucleari”, afferma Beatrice Fihn, direttore esecutivo di ICAN. Inoltre un’altra proposta, presentata dai 127 Paesi aderenti all’Humanitarian Pledge, invoca il perseguimento urgente di un nuovo trattato per la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari.

Altre proposte simili sono state presentate dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) oltre che da singole delegazioni quali quelle del Messico e del Nicaragua, mentre altri Paesi ne hanno ugualmente appoggiato la richiesta.

Cinque Stati insulari del Pacifico – Fiji, Nauru, Palau, Samoa e Tuvalu – hanno presentato un documento di lavoro che propone possibili elementi da inserire in un trattato di messa al bando delle armi nucleari, chiedendo l’apertura di negoziati nella seconda parte di quest’anno.

E’ chiaro che la maggioranza dei governi nel mondo vuole che si arrivi a un nuovo trattato che vieti le armi nucleari.

Così commenta Beatrice Fihn: “Una minoranza di governi si oppone ancora ad un trattato che bandisca le armi nucleari, ma la maggior parte dei Paesi si sta preparando ad agire sulle ultime armi di distruzione di massa non ancora espressamente vietate attraverso un trattato”


L’articolo originale nel sito di ICANhttp://www.icanw.org/campaign-news/proposals-for-starting-negotiations-in-2017-put-forward-at-the-oewg/

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Proibire ed eliminare le bombe “suicide”

Ira Helfand all'OEWGUn discorso impegnativo e dettagliato, nella giornata odierna dei lavori della seconda sessione OEWG a Ginevra. A seguire la testimonianza diretta di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla distruzione di Hiroshima, ecco la replica del Dr. Ira Helfand. Parole spesso già espresse nelle tante conferenze degli ultimi anni che hanno rivoltato efficacemente concetti fino ad ora usuali di sicurezza, deterrenza, Nuclear Umbrella e che nell’intervento di oggi si sono amplificate e dettagliate in una lunga sequenza di esempi e di cifre.

E’ un’ipotesi fondata la possibilità che gruppi terroristi arrivino a possedere un’arma atomica, o perlomeno il materiale fissile necessario e un attacco attuale con una semplice bomba a fissione avrebbe effetti simili ai disastri di Hiroshima e Nagasaki. Un rapporto sul British Medical Journal nel 2002 ha mostrato che l’esplosione di una bomba simile a quella di Hiroshima, nascosta da terroristi in una nave e fatta esplodere durante l’avvicinamento al porto di New York, avrebbe ucciso 44.000 persone e la radiazione emanata dall’esplosione ne avrebbe uccisi altri 10.000. Inoltre il fallout radioattivo generato da questa esplosione a livello del suolo avrebbe provocato altre 250.000 vittime.

Ma mentre il pericolo di un attacco terroristico nucleare offre tutte le ragioni alla nostra attenzione, non possiamo ignorare l’enorme maggiore pericolo dovuto alla presenza degli arsenali atomici in possesso dei nove Nuclear States. E il “modello Hiroshima” non è più il metro di misura delle nostre considerazioni sui possibili futuri conflitti: un conflitto regionale avrebbe un effetto immediato di tante vittime quante ne furono contate durante l’intera Seconda Guerra Mondiale ma sarebbe solo l’inizio di una catastrofe umanitaria e ambientale sull’intero pianeta.

“Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe di gran lunga peggiore. Per 25 anni ci è stato detto che non abbiamo da preoccuparci di un tale conflitto. Gli Stati Uniti e la Russia non sono più nemici da lungo tempo e non avrebbero mai acceso un conflitto.

Di recente, nel settembre del 2014 un alto funzionario del Dipartimento di Stato mi ha assicurato che il governo degli Stati Uniti semplicemente non considerava la possibilità di un tale conflitto. Le crescenti tensioni tra queste due superpotenze nucleari, i conflitti in Siria e in particolare l’Ucraina, e gli enormi e destabilizzanti piani di ammodernamento per i loro arsenali nucleari, rivelano tutti come siano state inconsistenti tali assicurazioni. In effetti, una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e la Russia è una possibilità molto concreta.”

I numeri del conflitto possibile venturo tra le superpotenze si mostrano a 8 o 9 cifre, dai 75 ai 100 milioni di vittime nella prima mezz’ora, secondo uno studio del 2002. A questo si aggiungono le conseguenze a medio e lungo termine dovute ai milioni di tonnellate di polveri nell’atmosfera. Oscurando l’intero pianeta la cui temperatura scenderebbe a valori paragonabili alle ere glaciali della preistoria.

“Il pericolo di una guerra nucleare non è una possibilità teorica. Le tensioni in Asia meridionale e tra Stati Uniti e Russia sono significativi e in crescita. I leader statunitensi e russi hanno avvertito negli ultimi mesi che siamo più vicini a una guerra nucleare di quanto lo fossimo negli anni ’80.

Anche se una crisi militare non arrivasse a una escalation nucleare, c’è sempre la possibilità che un falso allarme o un attacco informatico terrorista possa portare ad una guerra nucleare non intenzionale. Ci sono stati almeno cinque episodi simili dal 1979, quando sia Mosca che Washington erano pronti a lanciare un conflitto atomico nella convinzione di essere già sotto attacco. E il più recente si è verificato anche dopo la fine della Guerra Fredda.”

“Una grande maggioranza delle Nazioni nel mondo ha concluso che le armi nucleari devono essere abolite, e il loro possesso debba essere proibito dal Diritto Internazionale. Nove Nazioni hanno scelto di sfidare questo consenso e continuare a possedere armi nucleari. Rispettano a parole i loro obblighi di cui all’articolo VI del Trattato di non Proliferazione e parlano di eliminare i loro arsenali nucleari in un futuro lontano, quando le condizioni saranno favorevoli. Ma le loro azioni parlano più delle loro parole: tutti e nove sono impegnati in importanti programmi di modernizzazione dei loro arsenali nucleari, per renderli più utilizzabili e per garantire la loro esistenza per i decenni a venire.”

Gli “Umbrella States”, alleati e sotto la protezione delle superpotenze nucleari, tendono a mediare queste argomentazioni con questioni di “sicurezza”. E’ comprensibile sentirsi protetti da un alleato potente, è una convinzione umana molto radicata. Ma la fissione dell’atomo e le sue conseguenze ha cambiato profondamente questo approccio alla “sicurezza”: armi capaci di cancellare la specie umana dal pianeta non possono offrire “sicurezza” a nessuno. E non è vero che se impiegate solo come deterrente non arriverebbero a provocare un conflitto: il rischio della “guerra non intenzionale” è sempre in crescita, e ormai non possiamo più chiederci “se” avverrà, ma semmai, “quando”.

Durante la crisi dei missili di Cuba del 1962, come pure durante i cinque episodi in cui Mosca o Washington pensarono di essere sotto attacco missilistico, siamo stati salvati dalla fortuna e non dal pensiero magico che la guerra nucleare non può accadere.

“Il documento di lavoro senza precedenti, presentato congiuntamente da IPPNW, dalla World Medical Association, dalla World Federation of Public Health Associations e dall’International Council of Nurse, che rappresentano nel loro insieme più di 15 milioni di operatori sanitari, giunge alla conclusione che una comprensione basata sull’evidenza delle conseguenze umanitarie di una guerra nucleare invalida qualsiasi argomento immaginabile per il continuo possesso di queste armi. Il loro utilizzo anche in una guerra nucleare limitata distruggerà coloro che le usano, così come il resto della civiltà umana. Sono in effetti degli attentati suicidi su scala globale e la nostra conoscenza di ciò che faranno conduce inevitabilmente alla conclusione che essi devono essere vietate ed eliminate.

 E’ sempre più il tempo di abolire queste armi, e se gli Stati nucleari non guideranno questo processo, spetta al resto del mondo il farlo.”


Nota: Il discorso originale è pubblicato qua: https://peaceandhealthblog.com/2016/05/04/helfand-oewg/

Qui un articolo (con videoclip) dal sito NHK World: http://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20160505_13/


I paragrafi virgolettati sono libera traduzione di parti del discorso all’OEWG