Open-Ended Working Group

OEWGLa seconda sessione dell’OEWG, l’Open-ended Working Group taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations (la prima sessione si è svolta verso la fine del febbraio scorso) è da ieri 2 maggio sul tavolo degli incontri. 75 Nazioni presenti a Ginevra nel primo giorno, con l’ipotesi che il loro numero possa aumentare fino a un centinaio nel corso delle due settimane dei lavori. Come prevedibile, l’incontro è iniziato con lo sforzo da parte degli “Umbrella States”, le Nazioni tenute sotto la protezione delle potenze nucleari, per indebolire il documento di sintesi prodotto dal Presidente dell’OEWG, condiviso comunque da molti altri rappresentanti governativi.

L’argomento della prima giornata si è concentrato sulla situazione di rischio provocato dalla presenza delle armi nucleari. Rischio sottolineato efficacemente dalla presentazione del dr. Patricia Lewis del Royal Institute of International Affairs (Chatham House).

Il dibattito sul rischio si è aperto con le prese di posizione degli “Umbrella States” che sembrano appoggiare la situazione attuale adducendo motivazioni riguardanti la sicurezza nucleare e il possibile uso del nucleare da parte di terroristi. ma ugualmente si sono prodotti dubbi e questioni sul loro ruolo e sul rischio dovuto alla presenza di numerose armi atomiche della NATO in Europa, rischio che si allarga anche agli Stati confinanti.

La giornata di oggi 3 maggio ha come protagonista la trasparenza; è un’altra opportunità per verificare la responsabilità degli Stati partecipanti sulle proprie politiche inerenti il nucleare e sulla presenza di armi atomiche nel proprio territorio. Alcuni punti riguardanti la trasparenza sono descritti alla pagina “Agenda item 5(b)” del Briefing Paper prodotto da ICAN.

 


 

Documenti e link correlati:

 

 

Thanks to Beatrice Fihn (ICAN Executive Director)  for her complete yesterday report

 

Svuotare gli arsenali, costruire la pace

Napoli, Città della Scienza.

Il 22 e 23 aprile scorsi, un evento importante in occasione della Giornata della Terra promossa dalle Nazioni Unite: una conferenza che ha ancora una volta riunito molte delle organizzazioni impegnate negli sforzi di pace sul pianeta e nel raggiungimento dell’abolizione delle armi nucleari.

Pugwash, Emergency, IPPNW-Italy, Senzatomica, USPID e altre hanno dato il loro contributo spaziando tra i vari temi della pace e del disarmo e passando anche attraverso tematiche, per così dire, generatrici di culture di pace: diritti umani, conoscenza e cultura, dialogo tra i popoli. Una lettura del programma dei lavori può dare un’idea migliore di quanto le varie organizzazioni presenti hanno voluto condividere nel corso della conferenza.

L’intervento del nostro Presidente Dr. Michele Di Paolantonio “Guerra nucleare non Intenzionale ed Iniziativa Umanitaria: un percorso possibile per il disarmo nucleare” ha ripreso con forza un concetto già espresso fin dagli anni ’80 (ricordiamo i colloqui tra Reagan e Gorbaciov nel 1985, che portarono allo smantellamento degli “Euromissili”) e che negli ultimi anni ha investito con efficacia un numero sempre maggiore di Stati: il concetto cioè di guerra nucleare scatenata per errore tecnico o umano.

La dichiarazione finale della Conferenza di Napoli è stata inoltrata all’Ambasciatore tailandese Thani Thongphakdi, Chair dell'”Open Ended Working Group“, la cui seconda sessione si sta svolgendo in questi giorni a Ginevra.


La Fondazione Città della Scienza ha riunito il 22 e 23 aprile a Napoli, in occasione della Giornata Mondiale per la Terra stabilita dalle Nazioni Unite, nel Convegno ‘Svuotare gli Arsenali, costruire la pace’, rappresentanti dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare e delle Conferenze Pugwash, organizzazioni Premio Nobel per la Pace, dell’Unione Scienziati per il Disarmo, dell’Accademia Mondiale delle Scienze di Trieste, delle Università di Pisa e Napoli, di Senzatomica, di Isodarco, del Liceo Ettore Majorana di Orvieto, della Fondazione Veronesi, della Cooperativa Sociale Dedalus.
La Fondazione, sentite le valutazioni espresse, richiede all’OEWG, Open Ended Working Group on Multilateral Talks on Nuclear Disarmament, Gruppo di Lavoro Aperto alle Nazioni Unite su Colloqui Multilaterali sul Disarmo Nucleare, riunito a Ginevra, di sottolineare con forza a Russia ed USA tutta l’urgenza della immediata ripresa dei loro colloqui per il Disarmo Nucleare, condizione irrinunciabile per rafforzare l’impegno globale contro la proliferazione nucleare, la prevenzione dell’uso terroristico di armi di distruzione di massa, il dialogo interreligioso, e politiche di accoglienza, di pacificazione e di prevenzione dell’ulteriore immorale sperpero di macrorisorse finanziarie per l’ammodernamento in atto degli arsenali nucleari.

Fondazione Città della Scienza

Don’t Bank on the Bomb! Un esempio da imitare

DontBankOnTheBombGood news dalla Città di Cambridge nel Massachusetts. Lo scorso 2 aprile l’annuncio dato al MIT, alla Conferenza “Reducing the dangers of a Nuclear War” organizzata dal “Future of Life Institute” (FLI): una delibera comunale decide l’esclusione dei propri fondi pensionistici dal circuito delle banche che appoggiano l’industria nucleare.

Da Stephen Hawking: Don't Bank the Bomb!Il Sindaco Denise Simmons ha infatti annunciato che il Consiglio comunale di Cambridge ha deciso all’unanimità di togliere il proprio fondo pensione cittadino dalla filiera finanziaria che alimenta la produzione di armi nucleari, questo rimuove efficacemente un miliardo di dollari da possibili investimenti nelle società più pesantemente coinvolte nella loro produzione e ammodernamento.“E’ una mia speranza che questo possa ispirare altre città, Compagnie e singoli a verificare la destinazione dei propri investimenti e agire in modo analogo”.

Il fisico Stephen Hawking, membro nel Board del Comitato scientifico del FLI, ha espresso in questo modo la sua totale approvazione: “Se volete far calare la corsa alle armi nucleari, mettete il vostro denaro dove sta la vostra bocca e Don’t Bank on the Bomb!.


Da Susy Snyder (snyder@paxforpeace.nl), membro dell’organizzazione PAX e co-autrice del report annuale “Don’t Bank on the Bomb”, arriva una richiesta per chiunque possa segnalare qualsiasi caso di politiche riguardanti gli armamenti atomici, investimenti o altro, da parte di banche, Comuni, Chiese ecc.


Link a pagine esterne:

Nuclear Free and Independent Pacific Day

La Giornata per il Pacifico Indipendente e libero dal nucleare, nel ricordo del test atomico di 62 anni fa. Dalla Nuova Zelanda, dal Movimento pacifista Aotearoa, storia e dettagli quasi sconosciuti qui in Occidente


Fonte: Wikimedia
Fonte: Wikimedia

62 anni esatti dal test nucleare “Castle Bravo”, l’esplosione della bomba all’idrogeno sull’atollo di Bikini. Un cratere profondo 200 piedi e largo un miglio ma per gli Stati Uniti solo uno tra le decine di test atomici che dal 1946 hanno devastato per dodici anni la superficie e il mare delle isole Marshall.

I popoli del Pacifico non dimenticano. E come farebbero, dato che i detriti radioattivi dell’esplosione si depositarono sull’isola di Rongelap a 100 miglia di distanza, e su Ultrick a 300 miglia, inquinando per gli anni a venire un’area di 7000 miglia quadrate – e le cui tracce radioattive vennero segnalate un po’ in tutto il mondo?

Gli abitanti delle isole Marshall e di quell’area del Pacifico dovettero subire dal 1946 al 1958 gli effetti di 350 esplosioni atomiche provocate da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, in una sorta di esperimento macabro per il “progresso” della supremazia nucleare dell’Occidente.

Leggiamo quanto Aotearoa dichiara nel suo comunicato:

Fonte: Wikimedia
Fonte: Wikimedia

“Il Nuclear free and Independent Pacific Day è un giorno per ricordare che continua ancora oggi l’arrogante mentalità coloniale che ha permesso e anzi incoraggiato l’orrore descritto in precedenza, e che il Pacifico non rimane né ‘Nuclear free’ né indipendente.
Il Pacifico è una delle regioni che viene e che continuerà ad essere più influenzato dai cambiamenti climatici e da fenomeni meteorologici estremi che stanno interessando le isole basse e i popoli del Pacifico che dipendono dalle risorse naturali per il cibo, vestiti e riparo, e su fonti d’acqua vulnerabili alla salinizzazione dovuta all’innalzamento del livello del mare. Eppure la stragrande maggioranza dei combustibili fossili e le emissioni di gas ad effetto serra non provengono dalle nazioni insulari del Pacifico.
Il Pacifico è anche una delle regioni più militarizzate del mondo, ma solo quattro nazioni insulari del Pacifico possiedono forze armate. La stragrande maggioranza della militarizzazione nel Pacifico proviene da fuori: basi militari, esercitazioni di addestramento militare e occupazione militare da parte delle forze armate di Indonesia, Francia e Stati Uniti in particolare, insieme ad Australia, Gran Bretagna, Cina, Nuova Zelanda, Russia e altri.”

E così conclude:

“E’ un giorno per celebrare il coraggio, la forza e la tenacia dei popoli indigeni del Pacifico che hanno mantenuto e ripreso il controllo delle loro vite, la lingua e le terre, per garantire i modi di vivere e di essere che, tramandati dai loro antenati, sono passati alle future generazioni. E’ il giorno del vostro sostegno per continuare la lotta per un Pacifico libero e indipendente dalle armi nucleari, come affermato nell’8′ Conferenza del Pacifico Denuclearizzato e Indipendente: ‘No te parau tia, no te parau mau, no te tiamaraa, e tu, e tu’ Per la giustizia, per la verità e per l’indipendenza, svegliati, alzati!


Nota: L’articolo originale è su https://www.facebook.com/PeaceMovementAotearoa/posts/989151224465580

OEWG, la prima sessione in corso a Ginevra

 

E’ in corso a Ginevra la prima sessione dell’OEWG, l’Open-ended Working Group taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations di cui il mese scorso si è data una prima informazione (vedi il post Imminenti a Ginevra le sessioni dell’OEWG). Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite conformemente alla risoluzione A/RES/70/33, ha lo scopo di affrontare la definizione di norme e disposizioni legali concrete ed efficaci per arrivare alla messa al bando delle armi nucleari, e inoltre di formulare raccomandazioni atte a contribuire al proseguimento di negoziati multilaterali sul disarmo nucleare.

Un aggiornamento dettagliato e decisamente positivo viene da Beatrice Fihn, Executive Director di ICAN, a metà percorso di questi cinque giorni di lavori.

Quanto finora svolto in questi primi tre giorni si è focalizzato sulla discussione di nuove misure legali proprio riguardo la messa al bando degli ordigni, discussione che si è incrociata tra i sostenitori del Nuclear Ban e gli Stati membri della NATO o comunque sotto la protezione nucleare USA. L’attenzione sulle misure legali ha costretto le varie delegazioni ad affrontare nuove tipologie di intervento, evitando di “riciclare” passati statement tipici dei vari NPT e simili. Uno statement molto forte è arrivato dalla delegazione del Brasile, l’Algeria si è espressa per la prima volta a favore del Nuclear Ban mentre diversi altri Paesi –  Austria, Irlanda, Messico, Malaysia, Costa Rica, Sudafrica etc. – stanno svolgendo un lavoro efficace elaborando e rifiutando argomenti provenienti dai Paesi della NATO (o posti sotto l'”ombrello” nucleare degli Stati Uniti), che esprimono la loro disapprovazione per un trattato di messa al bando. Tra questi, diversi si sono tuttavia realmente impegnati nella discussione riguardante gli aspetti legali e sul divieto, in particolar modo Olanda, Belgio, Germania e Australia.

Terminando la discussione su questo argomento, verranno focalizzati altri aspetti, meno riguardanti il “divieto” e più sulla trasparenza, riduzione dei rischi e sensibilizzazione sulle conseguenze umanitarie.

Su Twitter è presente l’hashtag #OEWG, seguito con molta attenzione da tutti i diplomatici presenti al meeting e probabilmente anche da rappresentanti del 5 maggiori Nuclear States, assenti al Working Group come prevedibile.

Da John Loretz, Program Director di IPPNW, ecco un breve clip posto sul canale IPPNW1 di Youtube e che si vorrebbe far diffondere il più possibile durante questi giorni di lavori a Ginevra!


 Why an Emergency Response to a Nuclear Attack is Impossible

 


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