“La nostra responsabilità medica è quella di impedire che ciò non accada mai”

Dal sito “Lakartidningen.se” – il sito web dei medici svedesi contro le armi nucleari – un importante contributo di riflessione. Qua la traduzione della pagina in italiano.


Dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, i sito web dei medici svedesi contro le armi nucleari hanno ricevuto oltre 120.000 visite. L’organizzazione mette in guardia sugli effetti delle armi nucleari e descrive ad esempio come Stoccolma sarebbe colpita. “Nessun sistema sanitario è in grado di gestire le conseguenze”, afferma il presidente Vendela Englund Burnett.

di Jesper Cederberg (jesper.cederberg@lakartidningen.se)

 

Lakartidningen.se 01/03/2022

Domenica (il 27 febbraio – ndr), il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un’allerta intensificata per le cosiddette forze deterrenti nel paese. È stato interpretato da molti come ordine di allerta per le unità dotate di armi nucleari.

Forse questo è uno dei motivi per cui l’Agenzia svedese per le emergenze civili (MSB) ha avuto 40 volte più visite del solito sulla sua mappa dei rifugi in Svezia, come riportato da Sveriges Radio. E da quando la Russia ha invaso l’Ucraina giovedì, i medici svedesi contro le armi nucleari hanno avuto oltre 120.000 visite al loro sito web, molto più del normale, ha detto l’organizzazione senza scopo di lucro a Läkartidningen.

I medici svedesi contro le armi nucleari sperano che il lancio di armi nucleari sia ancora uno scenario lontano. Ma l’organizzazione avverte che le minacce devono essere prese sul serio.

“Le armi nucleari sono l’ultima minaccia alla vita e alla salute dell’umanità. Non possiamo curare le ferite e difficilmente possiamo nemmeno alleviare e confortare. Quindi dobbiamo prevenire”, afferma Vendela Englund Burnett, specialista in medicina generale e presidente dei medici svedesi contro le armi nucleari.

“Dobbiamo fare tutto il possibile per non finire in quella situazione, in cui noi medici non possiamo davvero fare nulla. Nessun sistema sanitario al mondo può gestire l’effetto di una singola ‘piccola’ arma nucleare”, dice, ricordando che la World Medical Association ha esortato i medici a lavorare preventivamente contro le armi di distruzione di massa.

Tale arma “piccola”, che può essere chiamata arma nucleare tattica o arma nucleare da campo di battaglia, è relativamente piccola rispetto alle cosiddette armi nucleari strategiche. Ma è già incredibilmente potente.

“La cosa pericolosa è che si pensa che le armi nucleari tattiche siano piccole bombe. Ma sono ancora armi di distruzione di massa”, dice Vendela Englund Burnett.

Alcune settimane fa, i medici svedesi contro le armi nucleari hanno pubblicato un’indagine sugli effetti di un attacco nucleare. Un esempio: una detonazione su Stoccolma.

“Non vediamo assolutamente alcuna minaccia per Stoccolma, ma si può esemplificare con Stoccolma”, afferma.

Si stima che un’arma nucleare con 100 chilotoni di potenza esplosiva, una dimensione comune se si guarda all’arsenale tra i Paesi dotati di armi nucleari, uccida circa 90.000 persone e ne ferisca 250.000 se esplode sopra il centro della città. Significherebbe anche che tre ospedali d’emergenza su sette sarebbero completamente o parzialmente distrutti.

“Se contiamo bene, avremmo circa 50-100 pazienti per luogo di cura. Ogni medico avrebbe 25-30 pazienti per volta, e questi sono pazienti con combinazioni di traumi, lesioni, ustioni, danni da radiazioni e molti che sono diventati ciechi”.

Sebbene diversi Paesi abbiano queste armi di distruzione di massa, sottolinea che, ad esempio, i test nucleari attraverso accordi internazionali sono diventati molto rari. E crede che sia responsabilità dei medici lavorare per l’abolizione delle armi nucleari.

“Come medici, abbiamo rispetto. Non è politica, è nostro compito proteggere la vita e la salute. E non c’è altro modo che assicurarsi che non accada.”

Vendela Englund Burnett ricorda che gli operatori sanitari russi, insieme ad altre professioni, hanno unito le forze in una protesta contro la guerra. E ha una richiesta per i medici svedesi che hanno contatti russi:

– Se avete amici e contatti collegiali con medici russi, contattateli. Questa mattina ho avuto contatti con un medico russo che ha firmato la lettera a Putin. Quindi riversa coraggio in loro, fornisci loro informazioni, in modo che non si sentano soli e isolati. –

 

TPNW: nuovamente rimandato il Meeting degli Stati aderenti

Dopo l’iniziale spostamento della data, è adesso nuovamente rimandato il Meeting degli Stati aderenti al TPNW.

Nello stesso Trattato (articolo 8, paragrafo 2) era stato specificato che la convocazione del primo Meeting avrebbe dovuto avvenire entro un anno dalla sua entrata in vigore quindi già nello scorso mese di Gennaio. Scadenza già però posticipata al marzo prossimo.

Leggiamo dalle News nel sito icanw.org:

“Il primo Meeting degli States Parties era originariamente previsto per il 22-24 marzo a Vienna, ma a causa delle continue sfide del COVID-19, gli Stati aderenti hanno avviato un processo di consultazione sulle migliori date e formati per procedere con l’incontro. Oltre alle preoccupazioni per la salute, la decisione di rinviare è stata dettata anche dal desiderio degli Stati aderenti di garantire un incontro inclusivo, a cui la società civile possa partecipare pienamente, cosa che sarebbe stata molto più difficile in un formato limitato e online.”

Causa dell’ulteriore posticipo è quindi l’emergenza sanitaria quale stiamo vivendo da due anni a questa parte, ma anche l’importanza di una partecipazione “in presenza” delle molteplici istanze della Società Civile a corredo del Meeting. E dalle Nazioni Unite ecco l’annuncio ufficiale:

“Il 31 gennaio 2022, gli States Parties del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari hanno deciso di riinviare l’incontro, dal 22 al 24 marzo 2022, e di mantenere una riserva provvisoria per le date del 19-21 luglio 2022 presso l’Ufficio delle Nazioni Unite di Vienna per garantire che le date rimangano disponibili; autorizzano il Presidente designato e il Segretariato a continuare a esplorare le alternative; richiedono al Presidente designato e al Segretariato di riferire su eventuali opzioni alternative”

Per i P5 un dono natalizio

Dalle buone intenzioni ai passi concreti. “I 5 Nuclear States sembra che abbiano chiaro le necessarie prospettive per la sicurezza mondiale globale e individuale dei singoli paesi, ma sembra che non si rendano conto dei concreti passi necessari per il loro raggiungimento.”


“Stamane mi sono imbattuto nel comunicato congiunto della decima conferenza P5, dove le potenze nucleari parte del NPT esprimono le loro vedute per la prossima conferenza di revisione del trattato e su “altre questioni”. Mi è apparso chiaro che i P5 hanno bisogno d’aiuto, dato che non si rendono conto che molti dei problemi dipendono proprio da loro e quindi ho pensato di segnalare loro, quale dono natalizio, semplici passi che possono fare immediatamente.
Con tanti sinceri auguri per le prossime feste e per un nuovo anno che non sia ancora bisesto”.

Riceviamo questa lettera di riflessione come “regalo natalizio” che il prof. Alessandro Pascolini, Vicepresidente di Isodarco, vorrebbe poter suggerire ai cinque Nuclear States rappresentati nel NPT, il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare la cui decima conferenza di revisione si terrà nel prossimo gennaio. E che pone l’attenzione sulla necessità di azioni concrete per facilitare l’attuazione di quelle che comunque sono già intenzioni da loro dichiarate nel comunicato.

 

“Il documento [il Comunicato congiunto dei P5 redatto a Parigi lo scorso 3 dicembre – NDR] fa vedere come i P5 abbiano chiaro le necessarie prospettive per la sicurezza mondiale globale e individuale dei singoli paesi, ma sembra che non si rendano conto dei concreti passi necessari per il loro raggiungimento. Nello spirito natalizio degli scambi di doni, ci permettiamo di segnalare i mezzi già a loro disposizione per effettivi progressi verso gli obiettivi da loro stessi indicati.”

Questo allora è quanto indica come azioni concrete per i Cinque:

  • L’entrata in vigore del CTBT verrà fortemente agevolata se la Cina e gli USA lo ratificano;
  • Per rendere pienamente efficaci le zone prive di armi nucleari occorre che i P5 ratifichino i protocolli aggiuntivi che le riguardano: gli USA hanno ratificato solo quelli del trattato di Tlatelolco, nessuno dei P5 ha ratificato il trattato di Bangkok, e Cina, Francia e Regno Unito devono ancora ratificare il III protocollo del trattato di Rarotonga;
  • Se gli USA intendono “sostenere” una zona senza armi di distruzione di massa in Medio Oriente potrebbero partecipare con gli altri P5 ai lavori della conferenza dell’ONU sul tema, che ha già tenuto due sessioni (19–22 novembre 2019 e 29 novembre–3 dicembre 2021);
  • Una politica di trasparenza e informazione sugli aspetti essenziali delle dottrine e delle forze nucleari dei P5, non solo fra loro ma verso tutti i paesi e la comunità internazionale, è cruciale in quanto riguarda tutti, dato i rischi posti da tali armi. Particolarmente oscura è la situazione cinese, ma tutti i P5 ritengono che l’ambiguità sia una componente della deterrenza nucleare; gli USA hanno recentemente annunciato di aver completato la nuova versione della loro Nuclear Posture Review, ma non l’hanno ancora resa pubblica.

E prosegue:

“Il rischio di conflitti nucleari è dovuto e creato appunto dalle politiche e attività dei P5, per cui dovrebbe essere loro facile provvedere. Suggerimenti per la riduzione del rischio includono la diminuzione del ruolo delle armi nucleari nelle dottrine globali e operative dei P5, la riduzione dello stato di allerta dei missili, il rafforzamento delle procedure e dei controlli di sicurezza, il mantenimento del pieno controllo umano sui sistemi nucleari, la partecipazione di tutti i P5 alle esercitazioni militari degli altri paesi, il ripristino di negoziati per il controllo degli armamenti, contatti diretti fra i massimi responsabili militari dei P5 con collegamenti diretti in caso di crisi, sospensione dello sviluppo di armi destabilizzanti, in primis sistemi anti-missile e anti-satellite, armi ipersoniche e cibernetiche, riduzione di spostamenti e concentrazioni di truppe, di voli provocatori di aerei militari e forze navali in zone critiche. Naturalmente primario è il ritorno a rapporti internazionali pacifici, sostituendo alla presente feroce competizione collaborazioni scientifiche ed economiche nel comune interesse.”

“Infine, l’auspicato disarmo nucleare e generale richiede un deciso ribaltamento dell’attuale corsa agli armamenti, con gli intensi programmi di “modernizzazione” e potenziamento qualitativo di tutti i sistemi d’arma, dai sistemi nucleari a quelli convenzionali sempre più autonomi e “intelligenti”. Un segno chiaro dovrebbe essere una generale diminuzione delle spese militari, che invece vedono un’ulteriore espansione, difficilmente comprensibile a fronte dei gravissimi problemi economici, sociali e ambientali della presente situazione mondiale.”

Questo è il nostro dono natalizio alle 5 potenze nucleari, con la promessa che continueremo a controllarle e assisterle anche nel prossimo anno.”

Padova, notte di Natale 2021


Nota: Alessandro Pascolini è uno studioso senior dell’Università di Padova, già docente di fisica teorica e di scienze per la pace, ed è vice-direttore del Master in comunicazione delle scienze. Si occupa di fisica nucleare, controllo degli armamenti e divulgazione scientifica. È vice-presidente di ISODARCO (International School on Disarmament and Research on Conflicts) e partecipa alle Pugwash Conferences on Science and World Affairs.

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“Le nostre vittorie nel 2021”: da ICAN un resoconto di fine anno

“Qualunque cosa sia successa quest’anno, il 2021 è stato una pietra miliare per il nostro movimento, dopo che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, rendendo le armi nucleari finalmente illegali secondo il diritto internazionale. Questo di per sé è un risultato che ha richiesto molti decenni di lavoro”. E’ quanto Daniel Högsta, Campaign Coordinator di ICAN, ha espresso nel resoconto che ha inviato in questi ultimi giorni agli attivisti del movimento.

Il rapporto prosegue con un elenco seppur parziale di risultati, sicuramente positivi:

  • 127 istituzioni finanziarie hanno smesso di investire nel 2021 in società che producono armi nucleari, con molte di esse che citano l’entrata in vigore del trattato e il rischio di una percezione pubblica negativa come ragioni per il cambiamento delle loro politiche di investimento.
  • Norvegia e Germania hanno annunciato che parteciperanno alla prima riunione degli States Parties del TPNW in qualità di osservatori, diventando così i primi Stati della NATO (e nel caso della Germania, uno Stato che ospita armi nucleari) a sottrarsi alla pressione contro il Trattato da parte degli Stati dotati di armi nucleari.
  • Accogliendo con favore gli 8 nuovi Stati che hanno aderito al Trattato e aiutando molti altri Stati ancora lontani nel loro processo interno per la ratifica, sappiamo che si uniranno nei prossimi mesi.
  • New York City chiede al governo degli Stati Uniti di aderire al Trattato e di far disinvestire i Fondi Pensione pubblici dalle Società legate alle armi nucleari.

In seguito, Daniel prosegue con un caloroso ringraziamento:

“Alla fine del 2021, voglio ringraziare te e tutti i nostri incredibili sostenitori per tutto ciò che abbiamo raggiunto insieme. Durante tutto l’anno, abbiamo avuto tanti motivi per festeggiare e abbiamo usato ogni vittoria come un’altra opportunità per fare pressione sui governi riluttanti affinché soddisfino le aspettative dei loro cittadini di un mondo libero dalle armi nucleari”.

L’imminente evento chiave che sarà il primo Meeting degli States Parties a Vienna nel marzo prossimo è un ulteriore motivo di incoraggiamento e di speranza. Infatti, “tra soli tre mesi, i Paesi che hanno aderito al trattato si incontreranno per la prima volta per discutere alcuni dei dettagli tecnici del trattato e impegnarsi a compiere passi concreti per adempiere ai propri obblighi. ICAN è incredibilmente orgoglioso di essere presente come coordinatore della Società Civile e non vediamo l’ora di condividere con voi ciò che avverrà”.


A proposito di finanziamenti alle industrie coinvolte nella filiera del nucleare: è adesso disponibile un sito web che aiuta a “come fare” per far sì che istituzioni bancarie, finanziarie ecc. distolgano la disponibilità di capitali dalle industrie coinvolte in varia misura nella produzione di ordigni nucleari o parti di essi.

ICAN Divest. “Nuclear weapons are a bad investment”


Vedi anche: Don’t Bank on the Bomb! Un esempio da imitare

Ambiente e disarmo nucleare. Un incontro a Roma con gli studenti liceali

“La CO2, lo scongelamento, i buchi dell’ozono, solo per parlare di alcuni aspetti del disastro climatico. Ma una esplosione militare nucleare?”

E’ ancora usuale l’idea della deterrenza come possibile “cuscinetto” a protezione dei conflitti atomici? Esiste la consapevolezza che la guerra può venire avviata anche per errore? E quali conseguenze per l’ecosistema? Un incontro con i ragazzi del liceo classico “Augusto” a Roma ha fornito la base per un approfondimento e una riflessione.

Nell’anniversario del Nobel a ICAN ecco un’iniziativa interessante che i liceali hanno voluto realizzare, partendo da un’idea del prof. Manlio Giacanelli, specialista neurologo, attivo in numerose iniziative per il disarmo e Presidente onorario di AIMPGN – affiliata italiana a IPPNW. Un corto autoprodotto che, attraverso l’attento montaggio dei vari video suggeriti, fa spaziare la conoscenza del rischio atomico ben oltre la storia degli eventi bellici del ’45 e dei tantissimi test nucleari che si sono succeduti fino ad epoche recenti. E fino a far descrivere quali sarebbero le terribili conseguenze all’intero ecosistema di un conflitto anche “limitato”, anche senza il coinvolgimento dei principali Nuclear States.

Espone così il prof. Giacanelli: “Un radioisotopo dell’Uranio 235 ha una emivita di 4.51 x 109 anni. Voi direte perché non si distruggono i magazzini di armi nucleari? Si è detto “la reciproca terribile minaccia frena una guerra nucleare”. Ma esistono gli “incidenti“ nucleari bellici, per errore.”

“Le conseguenze? Tutte diversificate e tutte dannose sia per l’ambiente sia per la salute umana. L’oscuramento dei cieli, le polveri, l’abbassamento della temperatura, i buchi dell’ozono, l’annientamento dell’agricoltura, le carestie. E le conseguenze dirette in termini di malattie sistemiche: leucemie, neoplasie, neomutazioni genetiche. Non è un caso se si registrano i maggiori tentativi di insabbiamento proprio sull’esito dell’esplosione proprio in termini di affezioni indotte nel tempo.”

 


Qua il video realizzato


Ma… Un segno di speranza?

Ricordiamo quanto è cambiato da cinque anni a questa parte! dall’idea che il possesso delle armi atomiche – uniche tra le armi di distruzione di massa a non essere state ancora proibite legalmente – siano un elemento fondamentale per evitare il conflitto e che la loro possibile riduzione potesse venire concordata per motivazioni strategiche o di convenienza politica. Il concetto di “impatto umanitario delle armi nucleari”, nel passato forse visto un po’ naïf o pensato circoscritto all’attivismo di base, solo a partire dal 2013 ha iniziato a far scalare la sua importanza tra le file istituzionali di governi e organizzazioni internazionali. E le progressive Conferenze – a Oslo, Nayarit, Vienna – furono il terreno fondamentale che portò nel 2017 all’attuazione in sede ONU del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, tuttora già ratificato da 56 Stati e vincolante ai fini del Diritto Internazionale.

Resta però un ultimo scoglio: nessuno dei Nuclear States (e nemmeno l’Italia) ha voluto apporre la firma al Trattato. Rimane sempre necessaria una spinta continua da Associazioni e cittadini per convincere e coinvolgere governi e parlamentari nella necessità urgente di un disarmo nucleare concreto e completo.