Nobel Peace Prize 2018

Ebbene, anche quest’anno è da dire che la decisione del Nobel Committee ha seguito le indicazioni testamentarie del suo creatore. E come avvenne nell’assegnazione del Premio del 2017 a ICAN, le motivazioni della scelta si sono indirizzate nuovamente a “persone che avessero svolto il miglior lavoro per favorire la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli armamenti, la promozione di conferenze di pace”. L‘attivista Nadia Murad come il Dr. Denis Mukwege sono stati anch’essi portatori di pace nella loro lotta contro stupri e violenze verso le donne, “armi di guerra” praticate in tante parti del mondo.

 

Un caloroso “Welcome” arriva da Beatrice FihnExecutive Director di ICAN, che saluta Nadia e Denis al loro ingresso nella grande famiglia dei Nobel Laureates; e sottolineando come il Premio non è un “testimone che passa di mano” ma un riconoscimento che rimane e che ne aggiunge via via nuovi membri.

 

“Vi ricordate cosa venne fatto esattamente un anno fa? Sono così entusiasta di Nadia Murad e del Dr. Denis Mukwege, credo che tutti possiamo immaginare quello che stanno vivendo in questo momento!!

Voglio anche sottolineare che ICAN è ancora un Premio Nobel, non è qualcosa che dura un anno e che viene trasmesso. Non stiamo consegnando il Premio Nobel, stiamo dando il benvenuto a un nuovo membro della famiglia Nobel!!
Ma ovviamente parte dell’attenzione passerà al prossimo Laureate, ma sono fiduciosa che abbiamo fatto un fantastico lavoro nell’utilizzare il Premio dell’anno scorso per costruire in tutto il mondo una Campagna più forte.
Sono eccitata per l’anno prossimo per ICAN, penso che le maggiori vittorie per questa Campagna siano ancora davanti a noi. E in particolare, non vedo l’ora che tutti noi sfruttiamo questa Campagna molto rafforzata, in modo da ottenere l’entrata in vigore del TPNW nel 2019!



E siamo a 19!

Nuove Nazioni si sono aggiunte recentemente all’elenco delle firme a favore del TPNW, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, il cui numero è salito a 69.

Le Nazioni che hanno anche ratificato il Trattato, il cui valore giuridico necessita della sottoscrizione di almeno 50 Stati nell’impegno della sua attuazione, a tutt’oggi sono 19.

Sembra lontano il traguardo ma, raffrontando il trend con passati processi di ratificazione di altri Trattati, il ritmo delle adesioni porta a ben sperare nel suo completamento in tempi ragionevoli.

Qui la pagina di ICAN con gli aggiornamenti

7 luglio, un anno dopo. Good News!


Oggi 7 luglio
, un anno dall’approvazione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Ed ecco due Good News che accendono di più la speranza:

  • Ieri lo Stato della Costa Rica ha depositato il suo strumento di ratifica per il Trattato delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari. A tutt’oggi sono allora 11 gli Stati che lo hanno ratificato e 59 i firmatari. Il Costa Rica è stato uno dei primi favorevoli del trattato e il suo ambasciatore di Ginevra, Elayne Whyte Gómez, ha presieduto le negoziazioni storiche dello scorso anno. Il 7 luglio 2017, in seguito all’adozione del Trattato, commentò: “Siamo riusciti a seminare i primi semi di un mondo libero dalle armi nucleari”. L’assemblea legislativa della Costa Rica votò all’unanimità a favore della ratifica del trattato a marzo, riflettendo l’ampio sostegno del Paese per il disarmo nucleare.
  • Ritornando tra i confini europei: un sondaggio tra quattro Stati – Belgio, Olanda, Germania e Italia – aderenti alla NATO e detentori di armi nucleari, ha confermato una maggioranza di favorevoli alla loro rimozione e alla firma del Trattato, nonché contrari ad investimenti nel nucleare da parte di istituti finanziari e all’acquisto dei nuovi aerei F35 capaci di portare armi nucleari.

 

Ecco quanto riassume Willem Staes (Pax Christi):

Oggi abbiamo pubblicato un sondaggio di opinione nei confronti delle armi nucleari negli Umbrella States europei – Belgio, Paesi Bassi, Germania e Italia. Il sondaggio ha rilevato:

1. Almeno il doppio degli intervistati è favorevole alla rimozione delle armi piuttosto che tenerle.
2. Almeno quattro volte tanto è favorevole al fatto che il loro Paese firmi il TPNW.
3. Almeno quattro volte tanto è contrario agli Istituti finanziari che nel proprio Paese investono in attività collegate alle armi nucleari.
4. Una forte maggioranza è contraria all’acquisto da parte della NATO di nuovi cacciabombardieri in grado di trasportare sia armi nucleari che armi convenzionali.

 


Qui il testo originale del sondaggio (attendere il caricamento del documento online):

 

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The Survey

 

Articolo e infografica dal sito di ICAN: http://www.icanw.org/campaign-news/yougov-poll-europeans-reject-us-nuclear-weapons-support-tpnw-nuclearba/

 

Tutte le firme del Trattato

Alle Nazioni Unite, dopo l’approvazione del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. In una raccolta di immagini ecco il momento della firma o della ratifica, a partire dal 20 settembre 2017, da parte dei Presidenti o dei Rappresentanti diplomatici dei vari Stati che hanno aderito al Nuclear Ban Treaty.


(fonte: Tim Wright)


Note:

  • A questo link la presentazione originale, che verrà via via aggiornata man mano che nuove firme si aggiungeranno.
  • Se vi sono problemi nella visualizzazione, è possibile scaricare direttamente la presentazione in Powerpoint.

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Adesso siamo a dieci

Il 17 maggio scorso un’altra Nazione ha aggiunto la sua firma per la ratifica del Trattato per la proibizione delle armi nucleari. E’ il Vietnam che fa arrivare a 10 il numero degli Stati che confermano col loro voto il loro impegno per rendere legale il Trattato secondo il Diritto internazionale.

 

Qui un riepilogo aggiornato:

  • Nazioni che hanno partecipato ai negoziati: 135
  • Nazioni favorevoli al Trattato: 122
  • Nazioni a tutt’oggi firmatarie del Trattato: 58
  • Nazioni a tutt’oggi che lo hanno ratificato: 10
(fonte: ICAN)

Certamente siamo ancora lontani dal traguardo ma nonostante il boicottaggio dei Nuclear States nuove firme si aggiungeranno via via. Sicuramente cresce nel mondo la percezione della catastrofe insita nel possibile futuro uso dell’atomica. Le ragioni della deterrenza ancora sottolineata da diversi Stati come indispensabile per la propria sicurezza diventano a questo punto assolutamente inverosimili.


Dal sito di ICAN:

 


 

Beati gli operatori di pace

 L’intervento del rev. Olav Fykse Tveit, Segretario Generale del Consiglio Mondiale delle Chiese durante la celebrazione organizzata dalla Chiesa norvegese assieme ai rappresentanti di ICAN il 9 dicembre scorso, vigilia dell’assegnazione del Nobel.

“Abbiamo bisogno di incoraggiamenti, come il Premio per la Pace di quest’anno, per vedere che è possibile. È possibile per ICAN: è possibile per tutti noi.”


“’Gli operatori di pace’. Un termine molto bello. Riguarda la parte migliore della nostra umanità, riguarda ciò che ci permette di vivere insieme. Riguarda coloro che sono pacifici. Coloro che creano fiducia e favoriscono buoni rapporti. Che cercano di tirare fuori il meglio di noi. Coloro che tentano di risolvere i conflitti. Coloro che identificano ciò che ci unisce. Sono necessari, come prima, forse mai come prima.”

Inizia così il lungo e profondo intervento del rev. Olav Fykse Tveit, Segretario Generale del Consiglio Mondiale delle Chiese durante la celebrazione organizzata dalla Chiesa norvegese assieme ai rappresentanti di ICAN il 9 dicembre scorso, vigilia dell’assegnazione del Nobel.

È facile dare significato a tutto ciò che è racchiuso nella parola “pace” (shalom, saalam, eirene, pax): comunità, unità, solidarietà, disponibilità a condividere, tutto ciò che fa appartenere a tutti coloro che si prendono cura gli uni degli altri. La pace è benessere, salute, felicità e vita. Abbiamo bisogno di pace per vivere in comunità. E’ ciò che riferisce a ciò che chiediamo quando preghiamo per il “pane quotidiano”. Questo è un compito di vita grande e avvincente: proteggere la nostra pace, agire in un modo che ci consenta di essere “uno”, anche se siamo diversi.

E nel concreto, nella risposta all’urlo del mondo verso chi ci può tenere uniti nella pace e nella giustizia, in modo da poter creare un futuro per i nostri figli e nipoti, Abbiamo bisogno di parole che ci possano unire. Abbiamo bisogno di parole che possano stabilire norme e accordi su come le cose dovrebbero essere, anche se le cose non sono in realtà così, non ancora.

Il mondo ha bisogno di accordi internazionali, ma ne abbiamo bisogno ora, non soltanto quando infine saranno tutti d’accordo e ogni problema sia stato risolto.

Ogni nazione può contribuire alla creazione di un mondo senza armi nucleari, la sopravvivenza del più forte non è l’unico modo che debba prevalere, devono essere tentati diversi percorsi verso la pace. Diritti umani e diritto internazionale sono necessari, ed è necessario il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. In caso contrario, non ci sarà pace.”

 

Ma più che gli accordi internazionali – resta urgente l’azione immediata – sono gli esempi degli “operatori di pace” a incoraggiare tutti noi al lavoro per “cambiare in meglio il mondo”:

“Abbiamo bisogno di esempi della nostra potenzialità per cambiare in meglio il mondo. Noi, tutti noi in generale, possiamo contribuire alla costruzione della pace, rendendo il mondo più pacifico. Abbiamo bisogno di incoraggiamenti, come il Premio per la Pace di quest’anno, per vedere che è possibile. È possibile per ICAN: è possibile per tutti noi.
Tutti hanno bisogno di pace. Ne abbiamo bisogno nei nostri rapporti più stretti, a livello locale, a livello nazionale, in tutto il mondo, tra diversi gruppi e popoli, tra diversi gruppi etnici e razze, e tra diverse religioni e convinzioni.”


Qui il link alla pagina originale:

http://www.oikoumene.org/en/resources/documents/wcc-general-secretary-sermon-in-trefoldighetskirken-oslo-09-12-2017/