Nuclear Zero

Dalla sofferenza di chi ha subìto le conseguenze dei test nucleari nel Pacifico, alla petizione per una condanna legale verso i possessori dell’atomica.  Il prestigioso “Sean MacBride Peace Prize” al governo e alla popolazione delle Isole Marshall per il coraggio nell’avere avviato la petizione di condanna alla Corte Internazionale di Giustizia


5419dde8a1b0d11714f167a8_NUKESessantasette gli ordigni nucleari lanciati dai cieli del Pacifico sulle meravigliose isole Marshall, un equivalente – negli anni dal 1946 al 1958 – di 1,7 bombe di Hiroshima giornaliere sopra i propri abitanti. Con conseguenze tragiche di sofferenza e di morte ancora adesso presenti e non solo nei ricordi.

Dal piccolo arcipelago sorge con coraggio una sfida, una sorta di Davide contro Golia con le armi della giustizia: una petizione – già raggiunte più di cinque milioni di firme – che mira a portare alla Corte Internazionale di Giustizia i nove Stati ancora possessori di armi nucleari, responsabili di non avere rispettato i propri obblighi – in base al Trattato di non Proliferazione Nucleare e al diritto internazionale – di proseguire i negoziati per l’eliminazione delle armi atomiche sul pianeta.

Il prestigioso premio Sean MacBride (1), istituito dall’International Peace Bureau (2) e per alcuni visto come un’anticamera al Nobel Peace Prize, è stato conferito quest’anno proprio ai protagonisti dello sviluppo di questo coraggioso atto giuridico, in una cerimonia svoltasi a Vienna il 5 dicembre scorso, consegnando la medaglia onorifica a Tony de Brum, Ministro degli Affari Esteri delle Isole Marshall.

La pagina nel sito Nuclear Zero (3), che raccoglie ancora le adesioni, porta a conoscenza decenni di operazioni coperte dal segreto per collaudare gli ordigni negli anni della corsa sfrenata di predominio atomico sui sovietici, la cui controparte di sofferenza spettò e spetta tuttora alle regioni del Caucaso, tanto per fare un confronto. Numeri e notizie su eventi del passato ancora appena sussurrati tra le pagine dei libri di storia, e che andrebbero invece svelati al mondo nella loro interezza.


 

Note e link:

(1): Vedi anche: Alla Campagna dei “Mayors for Peace” il premio “MacBride” del 2006 (http://www.peacelink.it/pace/a/18434.html)
(2): IPB – International Peace Bureau (http://www.ipb.org), Premio Nobel per la Pace 1910, federazione mondiale delle maggiori Organizzazioni non governative per la pace e il disarmo.

Chi era Sean MacBride

Politico irlandese, rivoluzionario e statista.
Nasce a Parigi nel 1904, studia in Irlanda, negli anni ’30 entra nell’IRA ma se ne dissocia nel 1939 per contribuire per vie politiche all’indipendenza dell’isola.
Nel 1946 fonda il partito irlandese Clann na Poblachta. Nel governo irlandese copre, dal 1948 al 1951, la carica di ministro degli Esteri.
Nel 1974 è insignito del Premio Nobel per la Pace e nel 1976 gli viene conferito anche il Premio Lenin per la Pace, divenendo così l’unica persona a ricevere entrambi i riconoscimenti.
Membro fondatore e Segretario, tra il 1961 e il 1974, dell’associazione Amnesty International, è anche Segretario dell’International Peace Bureau tra il 1968 e il 1974 e Presidente della stessa organizzazione dal 1974 al 1985.
Sean MacBride muore nel 1988.

Il video completo della cerimonia

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International Day for the Total Elimination of Nuclear Weapons

Unfold Zero

Un video istruttivo ed esplicativo. Che è un forte invito alla partecipazione, nell’International Day for the Total Elimination of Nuclear Weapons, la prima Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, proclamata nell’ottobre 2013 con la Risoluzione 68/32 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il 26 settembre, allora, le piazze di tutto il mondo si potranno riempire di attivisti che interpelleranno i passanti con due semplici domande:

  • Quante armi nucleari pensate che vi siano nel mondo? e
  • Quante invece ce ne dovrebbero stare?

La seconda risposta sarà quasi sempre la stessa. Ma la risposta al primo quesito sarà di sicuro ricca di sorprese…


Per approfondimenti, risorse nel Web, iniziative nel mondo programmate e programmabili, qui sotto il link alla pagina dell’evento:

THE INTERNATIONAL DAY FOR THE TOTAL ELIMINATION OF NUCLEAR WEAPONS

UNFOLD ZERO was launched at the United Nations in May 2014 by PragueVision, Parliamentarians for Nuclear Nonproliferation and Disarmament, Basel Peace Office, Mayors for Peace 2020 Vision Campaign, the NGO Committee on Disarmament and Aotearoa Lawyers for Peace, with the participation of the UN Office of Disarmament Affairs.


Un ringraziamento da Alyn Ware

Dear Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW-Italy)

Thank you for joining the co-sponsors for the United Nations commemoration event for the first International Day for the Total Elimination of Nuclear Weapons.

 The UN commemoration event was a great success with a very good turn-out from UN officials, government delegations and NGO representatives. Most encouraging was the global support for the event with nearly 100 NGOs from around the world co-sponsoring the event– including those active in peace, disarmament, human rights, environmental protection and sustainable development.  

Parliamentary support was also strong with joint cross-party statements from members of the European Parliament, Korean Parliament andJapanese parliament, and a resolution adopted by the Costa Rica Parliament. The Inter-Parliamentary Union released a briefing to its 164 member parliaments supporting the day and encouraging them to engage in the UNFOLD Zero campaign.

You can see a report of the event and photos at ‘To disarm’ must be in present tense, says senior UN rep in Geneva.  The commemoration event was a flying start to the numerous actions and events around the world held to mark the day. In addition it inspired Mr Mark Møller, the Director-General of the United Nations in Geneva, to pen a superb blog on Huffington Post – entitled

We Should Rally Against Nuclear Weapons Like We Do Climate Change

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Riparliamo di rischio nucleare?

Un video da condividere e da segnalare, in preparazione alla Conferenza Diplomatica di Oslo sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari

Italiani distratti? Sì ma non per colpa loro. Soprattutto di questi tempi dove l’imminente scelta elettorale scalda gli animi di candidati e simpatizzanti, ma ahimé su argomenti assolutamente interni, se non incanalati nel gossip di tanti media avidi di share.

E la situazione mondiale? E i conflitti più o meno vicini? E i morti e i danni immensi di cose e di persone?

E il raffreddamento nei rapporti tra le due grandi potenze, USA e Russia ancora superbamente piene di ordigni, quelle armi nucleari che dal crollo del Muro di Berlino sembravano ormai diventare obsoleti ricordi di un passato fuggito altrove? Del resto ancora diciannovemila bombe son stivate qua e là per il pianeta, ci rendiamo conto della “spada di Damocle” ancora incombente su di noi?

Chissà che questo video non possa essere di aiuto. Segnalato da John LoretzProgram Director di IPPNW, l’organizzazione mondiale dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, nei suoi quattordici minuti di ripresa ci consente di ricordare le gravissime conseguenze mediche e ambientali che un conflitto atomico scatenerebbe. Un importante tool presentato da Ira Helfand, co-Presidente di IPPNW, e rilasciato in vista e in preparazione dellaConferenza di Oslo del mese prossimo, evento organizzato dal governo norvegese per discutere, appunto, le conseguenze di una possibile guerra nucleare e richiedere al mondo ulteriori sforzi per la messa al bando totale degli ordigni.

Nella sua lettera di segnalazione, John sottolinea l’urgenza di una diffusione capillare del prodotto multimediale, rilasciato, per così dire, “Urbis et Orbis” e con la richiesta – per chi ne fosse tecnicamente capace – di un suo ulteriore riarrangiamento e ridiffusione nazionale con sottotitoli nella propria lingua. Oltre al suggerimento di condividerne il contenuto, non solo come utile strumento in presentazioni e conferenze dalle varie associazioni impegnate sui temi del disarmo, ma soprattutto con i nostri rappresentanti istituzionali – in primis il Ministro degli Esteri – e con coloro che parteciperanno ufficialmente alla Conferenza.