Dal Summit di Roma un appello al disarmo nucleare

img_20110Un discorso semplice e lineare, un appello coinvolgente risuonato dalla voce di Ira Helfand, co-presidente dell’Organizzazione mondiale dei medici per la prevenzione della guerra nucleare, nell’ampia sala che ha ospitato a Roma il Summit dei Premi Nobel per la Pace. Un resoconto dettagliato come già espresso in altre occasioni, cifre alla mano e una preoccupazione nel viso e nell’espressione di voce. E terminando con un appello rivolto a tutti, ai leader presenti in sala e a ciascuno di noi, per lavorare affinché il mondo venga presto liberato dall’incubo della distruzione totale.

Qui sotto è riportato il video del discorso integrale del dott. Helfand. Ascoltiamolo, magari aiutandoci con i sottotitoli presenti. Facciamo nostro l’appello finale. E segnamolo nell’elenco delle cose importanti da fare.

E il poco tempo che la vita sociale ci lascia libero avrà il colore e il sapore della speranza.

“Le armi nucleari non sono una forza della natura, non sono generate da Dio, sono qualcosa che gli esseri umani hanno prodotto, e noi le possiamo smantellare,sappiamo come fare. Ciò che manca è la volontà politica.
E per questo ci rivolgiamo a voi, perché questo compito, l’eliminazione delle armi nucleari, richiede il coinvolgimento di ciascuno di noi.
Vi sono qui tra noi dei grandi leaders, che impiegano tutto il loro tempo nel lavorare per la propria causa. Io sono solo un medico, trascorro 40 ore alla settimana per curare i miei pazienti, posso impiegarne poco per lavorare su questo problema. Ed è quanto tutti voi potete fare.
E spero che tutti voi lo vogliate fare, in modo che quando arriverete a tirare le somme della vostra vita, potrete onestamente essere in grado di guardare in voi stessi e dire, ho aiutato a salvare il mondo.
Non posso promettervi che con questo vi guadagnerete il Paradiso, ma posso promettervi che questa sarà la cosa migliore che potreste dire della vostra vita”.

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Nuclear Zero

Dalla sofferenza di chi ha subìto le conseguenze dei test nucleari nel Pacifico, alla petizione per una condanna legale verso i possessori dell’atomica.  Il prestigioso “Sean MacBride Peace Prize” al governo e alla popolazione delle Isole Marshall per il coraggio nell’avere avviato la petizione di condanna alla Corte Internazionale di Giustizia


5419dde8a1b0d11714f167a8_NUKESessantasette gli ordigni nucleari lanciati dai cieli del Pacifico sulle meravigliose isole Marshall, un equivalente – negli anni dal 1946 al 1958 – di 1,7 bombe di Hiroshima giornaliere sopra i propri abitanti. Con conseguenze tragiche di sofferenza e di morte ancora adesso presenti e non solo nei ricordi.

Dal piccolo arcipelago sorge con coraggio una sfida, una sorta di Davide contro Golia con le armi della giustizia: una petizione – già raggiunte più di cinque milioni di firme – che mira a portare alla Corte Internazionale di Giustizia i nove Stati ancora possessori di armi nucleari, responsabili di non avere rispettato i propri obblighi – in base al Trattato di non Proliferazione Nucleare e al diritto internazionale – di proseguire i negoziati per l’eliminazione delle armi atomiche sul pianeta.

Il prestigioso premio Sean MacBride (1), istituito dall’International Peace Bureau (2) e per alcuni visto come un’anticamera al Nobel Peace Prize, è stato conferito quest’anno proprio ai protagonisti dello sviluppo di questo coraggioso atto giuridico, in una cerimonia svoltasi a Vienna il 5 dicembre scorso, consegnando la medaglia onorifica a Tony de Brum, Ministro degli Affari Esteri delle Isole Marshall.

La pagina nel sito Nuclear Zero (3), che raccoglie ancora le adesioni, porta a conoscenza decenni di operazioni coperte dal segreto per collaudare gli ordigni negli anni della corsa sfrenata di predominio atomico sui sovietici, la cui controparte di sofferenza spettò e spetta tuttora alle regioni del Caucaso, tanto per fare un confronto. Numeri e notizie su eventi del passato ancora appena sussurrati tra le pagine dei libri di storia, e che andrebbero invece svelati al mondo nella loro interezza.


 

Note e link:

(1): Vedi anche: Alla Campagna dei “Mayors for Peace” il premio “MacBride” del 2006 (http://www.peacelink.it/pace/a/18434.html)
(2): IPB – International Peace Bureau (http://www.ipb.org), Premio Nobel per la Pace 1910, federazione mondiale delle maggiori Organizzazioni non governative per la pace e il disarmo.

Chi era Sean MacBride

Politico irlandese, rivoluzionario e statista.
Nasce a Parigi nel 1904, studia in Irlanda, negli anni ’30 entra nell’IRA ma se ne dissocia nel 1939 per contribuire per vie politiche all’indipendenza dell’isola.
Nel 1946 fonda il partito irlandese Clann na Poblachta. Nel governo irlandese copre, dal 1948 al 1951, la carica di ministro degli Esteri.
Nel 1974 è insignito del Premio Nobel per la Pace e nel 1976 gli viene conferito anche il Premio Lenin per la Pace, divenendo così l’unica persona a ricevere entrambi i riconoscimenti.
Membro fondatore e Segretario, tra il 1961 e il 1974, dell’associazione Amnesty International, è anche Segretario dell’International Peace Bureau tra il 1968 e il 1974 e Presidente della stessa organizzazione dal 1974 al 1985.
Sean MacBride muore nel 1988.

Il video completo della cerimonia

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