L’inizio della fine delle armi nucleari

Una nuova creazione multimediale, un film-documentario prodotto da “Pressenza”, una spinta ulteriore per chiedere ad alta voce un mondo senza atomiche.


Era un’idea nata un anno fa al fine di documentare la storia del TPNW, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. E alla fine concretizzata in un film-documentario, la cui versione in lingua originale è stata presentata a Santiago del Cile nel maggio scorso, mentre la versione inglese ha avuto la sua “prima” lo scorso giugno a New York.

Dalla pagina Youtube che l’agenzia di stampa Pressenza ha dedicato al trailer:

“Questo documentario evidenzia gli sforzi fatti per trasformare il trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari, ICAN, è raccontato tramite le voci di attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre al Presidente della conferenza ONU di negoziazione.

Questo documentario di 56 minuti trasporta lo spettatore attraverso una breve storia della bomba e dell’attivismo anti-nucleare che ha lottato per eliminarla fin dalla sua invenzione. Si sviluppa tra le iniziative umanitarie che hanno sfidato con successo la narrazione dominante della sicurezza e i passi storici che sono stati percorsi fin dal 2010 per trasformare il trattato da sogno a realtà. Infine, il film mostra quello che può essere fatto da ognuno per aiutare a rendere operativo il trattato e per stigmatizzare le armi nucleari finchè non siano finalmente eliminate.”

L’entità della contrapposizione tra il “no” dei Nuclear States (e dei propri alleati) con la scelta in positivo di altre 122 Nazioni nella votazione del Nuclear Ban sarebbe ridimensionata se si considerasse il volere dei popoli anziché dei propri governi. Basti pensare come via via tante amministrazioni cittadine, anche all’interno degli Stati contrari al TPNW, siano giunte ad approvare, anche con voto “trasversale”, mozioni e delibere per sollecitare le proprie istituzioni nazionali a una presa di posizione a favore della ratifica del Trattato.

La proiezione del film da parte di gruppi e associazioni viene richiesta a Silvio Bruschi silvio1959@gmail.com e la sua distribuzione è totalmente gratuita. La prossima proiezione, a cura del Comitato varesino promotore della 2^ Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, avrà luogo venerdì 29 novembre 2019 alle ore 21, presso la Sala Montanari di Varese, Largo Bersaglieri, 1. Sarà presente Giovanna Pagani (presidente onorario di WILPFWomen’s International League for Peace and Freedom – Italia, partner di ICAN).


Ecco il trailer del filmato:


Trama

Il 7 luglio 2017, 122 paesi, in ambito ONU, hanno votato a favore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
I Paesi che non hanno armi nucleari ma che vivono sotto la loro minaccia hanno votato a favore del divieto.
Al contrario, tenendo all’oscuro i propri cittadini, i Governi delle potenze nucleari non hanno votato.
Nonostante questo la procedura per rendere operativo il divieto è andata avanti.
Sta succedendo qualcosa di nuovo.

Questo documentario evidenza gli sforzi fatti per trasformare il Trattato per vietare le armi nucleari in legge internazionale e il ruolo in questo della Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari – ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017.

Nel film si alternano gli interventi degli attivisti di spicco di diverse organizzazioni e paesi oltre a quello del Presidente della specifica Conferenza di negoziazione ONU.

 

 

______________________________

Dichiarazione di Pax Christi International in occasione della visita di papa Francesco in Giappone

Dal 23 al 26 novembre Papa Francesco è atteso in Giappone. Riportiamo la dichiarazione di Pax Christi International che sollecita il Pontefice a rivolgersi al governo del Giappone e a tutti gli stati del Nord-est asiatico affinché aderiscano al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.


Il movimento internazionale Pax Christi si unisce al Consiglio Cattolico Giapponese per la Giustizia e la Pace nel dare il benvenuto alla visita di Papa Francesco a Hiroshima e Nagasaki. Durante il suo papato, Papa Francesco si è espresso fortemente contro le armi nucleari. È quindi opportuno che durante la sua visita in queste due città chieda passi concreti verso il completo disarmo nucleare.

Pax Christi International (PCI) si aspetta che questa visita pastorale metta in evidenza non solo l’immoralità delle armi nucleari, ma anche l’importanza della nonviolenza come etica fondamentale per la costruzione di culture di pace e di sviluppo sostenibile.

Nel 1945, il Giappone ha sofferto una tragedia che non deve più ripetersi, ma il pericolo che altri possano subire il destino di Hiroshima e Nagasaki oggi rimane grande. Quindi, PCI prende atto con gioia dell’esortazione di papa Francesco, secondo cui gli Stati dovrebbero rifiutare il possesso delle armi nucleari, come pure il loro uso. Elogiamo anche la Santa Sede per essere stata tra i primi Paesi a firmare e ratificare il nuovo Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.

In quanto popolo di fede e come movimento cattolico globale per la pace, Pax Christi International si ispira alla potente testimonianza nonviolenta degli Ibakusha e di altre persone di buona volontà nell’Asia nord-orientale, nella regione asiatica del Pacifico e altrove, che continuano a lavorare in modo nonviolento per la pace e la giustizia.

Possa questa visita consentire ai governi, incluso il Giappone, di prendere a cuore le parole di papa Francesco: “Le armi di distruzione di massa, in particolare le armi nucleari, non creano altro che un falso senso di sicurezza. Non possono costituire la base per la coesistenza pacifica tra i membri della famiglia umana, che deve piuttosto essere ispirata a un’etica di solidarietà”.

Con tutto ciò in mente, PCI chiede seriamente a papa Francesco di rivolgersi al governo del Giappone e a tutti gli stati del Nord-est asiatico affinché aderiscano al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Il Giappone ha una sfida unica ad assumere questo ruolo di leader, dopo aver subito gli attacchi nucleari del 1945. Il Nord-est asiatico e il mondo affrontano crescenti minacce nucleari.

Possa il viaggio di Papa Francesco catalizzare un cambiamento di cuore in molti, e per questa intenzione Pax Christi International prega per la visita del Pontefice.

TPNW: Il punto della situazione

79 Stati firmatari e 33 ratifiche. Ecco l’aggiornamento più recente che avvicina ancora di più il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, TPNW) al suo status di legge ai sensi del Diritto Internazionale. E se poi vengono contati gli Stati il cui processo di ratificazione è tuttora in corso, è molto probabile che l’entrata in vigore del TPNW possa arrivare già nel corso del 2020.

A questo proposito mi sovviene la Campagna “2020 Vision avviata dall’organizzazione dei “Mayors for Peace” per un disarmo atomico globale. Una “visione”, per lungo tempo quasi un’utopia, che però, almeno come realizzazione dello strumento giuridico per l’abolizione delle armi, avrà forse modo di concretizzarsi.

L’atomica è tuttora l’unica arma di distruzione di massa non soggetta a un divieto globale, a differenza di quanto già imposto per le armi chimiche e batteriologiche. A porre freno da parte del Nuclear States ci sono certamente enormi interessi economici e industriali lungo l’intera filiera per la produzione e la gestione degli ordigni, oltre al concetto – quanto mai inutile se non ipocrita – di “deterrenza” per il mantenimento della sicurezza tramite l’equilibrio del terrore.