Solo 89 secondi

Solo 89 secondi dalla catastrofe: mai la situazione mondiale così grave

“Quest’anno, il Comitato per la Scienza e la Sicurezza (CSS) del Bulletin of the Atomic Scientists ha portato le lancette dell'”Orologio del Giorno del Giudizio” (il Doomsday Clock) a soli 89 secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe globale da sempre.”

Inizia così il lungo rapporto del prof. Alessandro Pascolini, già più volte ospite del nostro sito, e che come ogni anno riporta il messaggio del Bulletin scandendo via via il tempo sempre più breve che separa il nostro vivere dalla sempre più probabile fine.

Quasi l’eco di quanto un anno fa veniva descritto; e con le minacce di conflitto atomico ormai non più mascherate dalla deterrenza, e l’incosciente corsa di governi e di poteri politici ed economici, ciechi all’evidenza dell’agonia del pianeta.

“Nel 2024, l’umanità si è avvicinata sempre più alla catastrofe. Sono continuate tendenze che hanno profondamente preoccupato il Comitato per la Scienza e la Sicurezza e, nonostante gli inequivocabili segnali di pericolo, i leader nazionali e le loro società non sono riusciti a fare ciò che è necessario per cambiare rotta. Di conseguenza, ora spostiamo l’Orologio del Giorno del Giudizio da 90 secondi a 89 secondi alla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe. La nostra più viva speranza è che i leader riconoscano la situazione esistenziale del mondo e intraprendano azioni coraggiose per ridurre le minacce poste dalle armi nucleari, dal cambiamento climatico e dal potenziale uso improprio delle scienze biologiche e di una serie di tecnologie emergenti.”

L’elenco delle minacce al mondo di oggi diventa più ampio: gli arsenali nucleari potenziati e rimodernati; le intenzioni di diverse Nazioni, tuttora prive di simili armamenti, di entrare – per improbabili questioni di “sicurezza” – nella cerchia dei “Nuclear States”; e ancora l’impatto via via maggiore dei cambiamenti climatici sul nostro ecosistema e che alimenta ulteriormente i rischi di nuove epidemie globali già messe in conto da diversi altri fattori.

Anche la tecnologia diventa arma a doppio taglio, con il ruolo dell’IA in possibili (e sembra già utilizzati) scenari bellici che – assieme all’uso ad esempio dei droni – trasformano e superano l’aspetto delle guerre “tradizionali”. Un ulteriore paragrafo del rapporto descrive appunto le nuove possibilità:

“Nell’ultimo anno, ci sono state diverse segnalazioni sull’incorporazione dell’IA nella guerra in Ucraina e Israele avrebbe utilizzato un sistema basato sull’IA per creare liste di bersagli a Gaza. Questi sforzi sollevano domande sulla misura in cui in cui le macchine saranno autorizzate a prendere decisioni militari, anche quelle che potrebbero uccidere su vasta scala, comprese quelle relative all’uso di armi nucleari.”

E ancora:

“L’esercito statunitense sta chiedendo esplicitamente agli appaltatori di incorporare l’IA nei sistemi di comando e controllo non nucleari. Secondo dichiarazioni pubbliche, la Russia sta progettando di incorporare l’IA nei suoi sistemi di comando e controllo nucleare e gli Stati Uniti “nei sistemi di supporto decisionale utilizzati per le armi nucleari”.

E ancora, altre osservazioni riportano ulteriori tasselli che alimentano via via la possibile corsa verso l’Olocausto; anche cause apparentemente marginali, però:

“I pericoli finora considerati sono aggravati da un potente moltiplicatore di minacce: la diffusione (anche da parte di leader politici) di disinformazioni e teorie cospirative che degradano l’ecosistema della comunicazione e offuscano sempre di più il confine tra verità e falsità. I progressi dell’intelligenza artificiale rendono più facile la diffusione di informazioni false o non autentiche su Internet e rendono più difficile individuarle. Allo stesso tempo, alcune nazioni si impegnano in utilizzi della disinformazione e di altre forme di propaganda per sovvertire le elezioni in altri stati.”

“Questa corruzione dell’ecosistema informativo mina il discorso pubblico e il dibattito onesto da cui dipende la democrazia. La distorsione dell’ambiente informativo potrebbe essere un fattore importante nell’impedire al mondo di affrontare efficacemente le principali minacce urgenti come la guerra nucleare, le pandemie e i cambiamenti climatici.”

Come riportare indietro l’orologio?

“Lo scopo del Doomsday Clock è quello di avviare una conversazione globale sulle minacce esistenziali molto reali che tengono svegli di notte i migliori scienziati del mondo. I leader nazionali devono iniziare a discutere di questi rischi globali prima che sia troppo tardi. Riflettere su queste questioni di vita o di morte e avviare un dialogo sono i fattori più importanti per riportare indietro l’orologio e allontanarsi dalla mezzanotte”

Continuare ciecamente sulla strada attuale è una forma di follia. Gli Stati Uniti, la Cina e la Russia hanno il potere collettivo di distruggere la civiltà. Questi tre paesi hanno la responsabilità primaria di riportare il mondo dall’orlo del baratro, e possono farlo se i loro leader iniziano seriamente e in buona fede discussioni sulle minacce globali qui delineate. Nonostante i loro profondi disaccordi, dovrebbero fare questo primo passo senza indugio. Il mondo dipende da un’azione immediata. Mancano 89 secondi alla mezzanotte.


Nota: Alessandro Pascolini è uno studioso senior dell’Università di Padova, già docente di fisica teorica e di scienze per la pace, ed è vice-direttore del Master in comunicazione delle scienze. Si occupa di fisica nucleare, controllo degli armamenti e divulgazione scientifica.

È vice-presidente di ISODARCO (International School on Disarmament and Research on Conflicts) e partecipa alle Pugwash Conferences on Science and World Affairs.


da The Bulletin of the Atomic Scientists: The 2025 Doomsday Clock Statement


Qua è possibile scaricare il documento del prof. Pascolini:

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