13 dicembre 2013. Un incontro al Parlamento Europeo conferma la preoccupazione per l’ammodernamento delle vecchie atomiche “residui della Guerra Fredda” L’incontro, organizzato alla sede di Bruxelles del Parlamento Europeo dal deputato Philippe Lamberts (Gruppo Verde/Alleanza libera europea) assieme ad alcuni membri di IPPNW europei, per discutere la proposta di modernizzazione delle bombe B-61 con sede in Europa.
Se ne parla poco, quasi un argomento da “addetti ai lavori”. La maggioranza dei cittadini anzi ne ignora l’esistenza (e il rischio connesso). Eppure in Europa, in quattro dei Paesi membri della Nato, sopravvivono ancora le “vecchie” B-61, le bombe nucleari “tattiche” che fecero da “cani da guardia” dell’Occidente negli anni passati della Guerra Fredda.
Un cimelio del passato? Fino a qualche tempo fa sembrava di sì – e sono stati tanti, secondo un report di IKV-Pax Christi del 2011 – i Paesi europei aderenti alla NATO che volentieri avrebbero detto “non le vogliamo più”. Ma c’è una novità.
L’attuale progetto statunitense di “modernizzazione” delle armi tattiche B-61 sembra bypassare in modo subdolo la rassicurazione di Obama ai leader russi che in Europa non sarebbero state allocate nuove armi; sì, perché in realtà le operazioni previste sui vecchi ordigni li trasformerebbero completamente.
Le nuove varianti delle attuali bombe (che verranno denominate B-61-12) saranno infatti dotate di sistemi direzionali controllati da remoto, trasformandole in definitiva, una volta sganciate dai bombardieri, in una sorta di missili Cruise teleguidati e con capacità di puntare con precisione sul bersaglio. Bombe “intelligenti” allora? Magari: ché il carico nucleare, come sempre più denunciato e come ormai tutti sappiamo, non si limita (e non potrebbe limitarsi) solo al “bersaglio”, poiché le conseguenze dell’esplosione si estendono comunque, colpendo umani e ogni espressione della vita, in un area estesa del territorio come pure nella quarta dimensione dello spazio-tempo… cioè negli anni e decenni a venire.
La preoccupazione sale, da ONG e da governi; e lo stesso Parlamento Europeo non fa eccezione.
Ecco allora il perché dell’incontro, organizzato alla sede di Bruxelles del Parlamento Europeo dal deputato Philippe Lamberts (Gruppo Verde/Alleanza libera europea) assieme ad alcuni membri di IPPNW europei, per discutere la proposta di modernizzazione delle bombe B-61 con sede in Europa. In una sala del palazzo Altiero Spinelli i vari partecipanti – aderenti all’International Physicians for the Prevention of Nuclear War – hanno relazionato la situazione nei propri Paesi e la discussione si è poi estesa con alcuni delegati dei parlamentari, che hanno raccolto le istanze e le preoccupazioni degli intervenuti. Qui sotto il testo tradotto del report riassuntivo preparato da Elizabeth Waterston, che è stata coordinatrice del gruppo di IPPNW.
Ha sottolineato che la maggioranza della popolazione si oppone a mantenere le bombe sul proprio territorio, mentre alcuni politici sono fieri di appartenere a nazioni che possano invitare all’uso di bombe nucleari. Aggiunge che il Segretario alla Difesa belga Peter de Crem, che sta cercando di venire nominato come prossimo Segretario Generale della Nato, non faciliterebbe l’eliminazione di queste bombe.
Ha quindi suggerito che l’approccio migliore per IPPNW sarebbe di coordinare un contatto con i Ministeri degli Esteri di ciascuno dei quattro Paesi interessati (Belgio, Germania, Italia e Paesi Bassi) e di lavorare con i membri del Parlamento di questi Paesi per accrescere consapevolezza e opposizione al potenziamento delle B-61.
Dr Marianne Begemann (Paesi Bassi) ha incentrato il suo discorso sul processo antidemocratico sollevato dalla questione delle armi nucleari. Il Parlamento olandese è fermamente ostile ma il governo è piuttosto favorevole alla conservazione dei depositi di armi in terra olandese. L’opinione pubblica non può tollerare l’idea di Stato come subordinato della NATO. La Dr. Begemann ha sottolineato che il Parlamento olandese ha approvato l’acquisto di aerei F35 all’espressa condizione che gli aerei non possano essere utilizzati per missioni nucleari.
Roberto Del Bianco (Italia) ha descritto la storia delle armi nucleari in Italia. Le loro stime variano sulle 60-70 bombe. L’Italia è in posizione strategica, grazie alla sua vicinanza alla Russia e al Medio Oriente. L’opinione pubblica è piuttosto indifferente sul futuro di queste bombe, si è più preoccupati per l’attuale crisi economica e per la politica interna. I media tacciono sulla questione e il governo l’affronta anche se piuttosto debolmente (1). Fortunatamente alcune ONG pacifiste si battono con energia e speranza per la loro eliminazione tramite mezzi legali (2). La conferenza 2013 di Oslo sulle conseguenze umanitarie del conflitto nucleare ha rafforzato la motivazione degli oppositori. Come tutti sappiamo, le conseguenze dell’uso di armi nucleari, sia contro un nemico o per errore, sarebbero catastrofiche sia nel breve che nel lungo termine.
Dr Ward Kuster (Belgio) L’arsenale di 20 bombe non è più un segreto. Tuttavia, poiché non è stato mai confermato o negato, rimane considerato un rumor. Questo ha sconvolto la parte interessata dei cittadini che di conseguenza diventa prevalentemente ostile all’idea.
Lydia Patzak, studentessa di medicina (Germania) illustra la posizione corrente sulle B-61 piazzate in Germania. In precedenza il governo tedesco si era opposto, ma dopo le elezioni è possibile che questa posizione potrebbe cambiare.
Dr Loretta Postma (Olanda) ha descritto nel dettaglio gli effetti umanitari delle armi nucleari.
Xanthe Hall (Germania) ha concluso i colloqui con la descrizione delle caratteristiche future delle bombe.
Usando nuove tecnologie facilmente disponibili, la bomba diventa più efficiente e più controllabile. Il miglioramento è dovuto al sistema di controllo remoto: meglio utilizzata, essa diventa ancora più minacciosa. Anche il costo è terrificante. Una stima approssimativa di questo nuovo sistema di controllo a distanza è di circa un miliardo di dollari. Questa innovazione sconvolge i Russi, a cui era stato promesso da Obama che “nessuna nuova bomba” si sarebbe prodotta.
E’ poi seguita una lunga discussione.
Erano presenti alla riunione gli assistenti dei deputati Tarja Conberg (Gruppo Verde/Alleanza libera europea), di Jean Lambert (Gruppo Verde/Alleanza libera europea) e di Fiona Hall (Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa).
Si è deciso un approccio col deputato Tarja Cronberg, attualmente leader del Comitato per la sicurezza e la difesa del Dipartimento Affari Esteri del Parlamento europeo, per portare una risoluzione al Parlamento europeo che condanni l’ammodernamento delle bombe B-61 in Europa. Anche se la risoluzione non avrebbe alcun potere esecutivo, sarebbe un utile supporto a IPPNW nel contatto con i Ministeri degli Esteri, similmente alle recenti Risoluzioni del CICR (3) e dell’UNGA (4).