Si concludono a Ginevra i lavori della seconda sessione del Comitato preparatorio per la Conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Queste sessioni di lavoro, tre in tutto a sequenza annuale, precedono, appunto, il quinquennale appuntamento della Conferenza di revisione del trattato, che dal 1968 costituisce un baluardo giuridico all’ampliamento nel numero di Stati detentori di armi atomiche e una regolamentazione per l’uso pacifico dell’energia nucleare.
Una novità di questa seconda sessione sembra provenire in particolare da due organizzazioni non governative internazionali che da tempo operano nella prevenzione della guerra nucleare. E in conseguenza degli sviluppi della campagna ICAN e dell’opera di IPPNW, che già a Oslo alla Conferenza “Humanitarian impact of nuclear weapons” portò all’attenzione dei 120 Stati partecipanti i propri studi sugli effetti catastrofici a medio e lungo termine nel caso di un conflitto nucleare, è stato qui redatto un importante statement, firmato e acclamato da 78 nazioni.
E a questo punto è auspicabile che questi studi, corroborati dalla certezza documentale riportata dall’Organizzazione mondiale dei Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, possa dare una linea d’azione più articolata nel corso della futura Conferenza di revisione del Trattato che si svolgerà nel 2015. La “variabile umana” potrebbe quindi “fare la differenza” e aggiungere, oltre la sfera delle norme giuridiche già esistenti, anche la determinazione a richiedere agli Stati detentori di arsenali nucleari una precisa assunzione di responsabilità in relazione alla posta in gioco, la sopravvivenza dell’intero pianeta.
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