Anche se andiamo indietro nella memoria, l’impatto della fotografia nello sviluppo di una mentalità critica nei confronti dei conflitti è sempre stato notevole. Fin dai tempi delle guerre in Indocina, il connubio tra l’inviato e il fotoreporter ha contribuito a moltiplicare l’effetto descrittivo e a offrire prove di autenticità riguardo eventi e azioni atroci, spesso nascoste o minimizzate dalle forze in campo.
Il sito che segnaliamo raccoglie immagini particolari. I reporter che lo popolano hanno un tema in comune.
Istantanee dall’Era Nucleare. I vivi, i morti, i sopravvissuti, l’ambiente, i popoli, la Bomba in tutte le sue forme. In un’epoca, l’Era Nucleare appunto, in cui la stessa esistenza della Bomba viene resa così nascosta da diventare quasi un’astrazione per la maggioranza di tutti noi.
E in cui lo stesso nucleare “civile” ha mostrato essere anch’esso un pericolo latente.
Ecco allora perché divulgare. Approfondire. Riflettere e agire, non solo come base ma anche e direi soprattutto nei confronti di istituzioni e governi.
Questo sito assai significativo, Atomic Photographers Guild, diventa anch’esso uno strumento che possiamo utilizzare. Una raccolta di testimonianze fissate nella carta e poi sullo schermo. Un deposito prezioso di scatti tra il bene e il male, immagini di un’umanità in bilico tra la vita e l’estinzione, e degli strumenti di morte (o di dubbioso “sviluppo”) che ne possono sancire il destino. Una “rubrica” di contatti e un calendario di eventi per approfondire nel concreto.