Proibire ed eliminare le bombe “suicide”

Ira Helfand all'OEWGUn discorso impegnativo e dettagliato, nella giornata odierna dei lavori della seconda sessione OEWG a Ginevra. A seguire la testimonianza diretta di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla distruzione di Hiroshima, ecco la replica del Dr. Ira Helfand. Parole spesso già espresse nelle tante conferenze degli ultimi anni che hanno rivoltato efficacemente concetti fino ad ora usuali di sicurezza, deterrenza, Nuclear Umbrella e che nell’intervento di oggi si sono amplificate e dettagliate in una lunga sequenza di esempi e di cifre.

E’ un’ipotesi fondata la possibilità che gruppi terroristi arrivino a possedere un’arma atomica, o perlomeno il materiale fissile necessario e un attacco attuale con una semplice bomba a fissione avrebbe effetti simili ai disastri di Hiroshima e Nagasaki. Un rapporto sul British Medical Journal nel 2002 ha mostrato che l’esplosione di una bomba simile a quella di Hiroshima, nascosta da terroristi in una nave e fatta esplodere durante l’avvicinamento al porto di New York, avrebbe ucciso 44.000 persone e la radiazione emanata dall’esplosione ne avrebbe uccisi altri 10.000. Inoltre il fallout radioattivo generato da questa esplosione a livello del suolo avrebbe provocato altre 250.000 vittime.

Ma mentre il pericolo di un attacco terroristico nucleare offre tutte le ragioni alla nostra attenzione, non possiamo ignorare l’enorme maggiore pericolo dovuto alla presenza degli arsenali atomici in possesso dei nove Nuclear States. E il “modello Hiroshima” non è più il metro di misura delle nostre considerazioni sui possibili futuri conflitti: un conflitto regionale avrebbe un effetto immediato di tante vittime quante ne furono contate durante l’intera Seconda Guerra Mondiale ma sarebbe solo l’inizio di una catastrofe umanitaria e ambientale sull’intero pianeta.

“Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe di gran lunga peggiore. Per 25 anni ci è stato detto che non abbiamo da preoccuparci di un tale conflitto. Gli Stati Uniti e la Russia non sono più nemici da lungo tempo e non avrebbero mai acceso un conflitto.

Di recente, nel settembre del 2014 un alto funzionario del Dipartimento di Stato mi ha assicurato che il governo degli Stati Uniti semplicemente non considerava la possibilità di un tale conflitto. Le crescenti tensioni tra queste due superpotenze nucleari, i conflitti in Siria e in particolare l’Ucraina, e gli enormi e destabilizzanti piani di ammodernamento per i loro arsenali nucleari, rivelano tutti come siano state inconsistenti tali assicurazioni. In effetti, una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e la Russia è una possibilità molto concreta.”

I numeri del conflitto possibile venturo tra le superpotenze si mostrano a 8 o 9 cifre, dai 75 ai 100 milioni di vittime nella prima mezz’ora, secondo uno studio del 2002. A questo si aggiungono le conseguenze a medio e lungo termine dovute ai milioni di tonnellate di polveri nell’atmosfera. Oscurando l’intero pianeta la cui temperatura scenderebbe a valori paragonabili alle ere glaciali della preistoria.

“Il pericolo di una guerra nucleare non è una possibilità teorica. Le tensioni in Asia meridionale e tra Stati Uniti e Russia sono significativi e in crescita. I leader statunitensi e russi hanno avvertito negli ultimi mesi che siamo più vicini a una guerra nucleare di quanto lo fossimo negli anni ’80.

Anche se una crisi militare non arrivasse a una escalation nucleare, c’è sempre la possibilità che un falso allarme o un attacco informatico terrorista possa portare ad una guerra nucleare non intenzionale. Ci sono stati almeno cinque episodi simili dal 1979, quando sia Mosca che Washington erano pronti a lanciare un conflitto atomico nella convinzione di essere già sotto attacco. E il più recente si è verificato anche dopo la fine della Guerra Fredda.”

“Una grande maggioranza delle Nazioni nel mondo ha concluso che le armi nucleari devono essere abolite, e il loro possesso debba essere proibito dal Diritto Internazionale. Nove Nazioni hanno scelto di sfidare questo consenso e continuare a possedere armi nucleari. Rispettano a parole i loro obblighi di cui all’articolo VI del Trattato di non Proliferazione e parlano di eliminare i loro arsenali nucleari in un futuro lontano, quando le condizioni saranno favorevoli. Ma le loro azioni parlano più delle loro parole: tutti e nove sono impegnati in importanti programmi di modernizzazione dei loro arsenali nucleari, per renderli più utilizzabili e per garantire la loro esistenza per i decenni a venire.”

Gli “Umbrella States”, alleati e sotto la protezione delle superpotenze nucleari, tendono a mediare queste argomentazioni con questioni di “sicurezza”. E’ comprensibile sentirsi protetti da un alleato potente, è una convinzione umana molto radicata. Ma la fissione dell’atomo e le sue conseguenze ha cambiato profondamente questo approccio alla “sicurezza”: armi capaci di cancellare la specie umana dal pianeta non possono offrire “sicurezza” a nessuno. E non è vero che se impiegate solo come deterrente non arriverebbero a provocare un conflitto: il rischio della “guerra non intenzionale” è sempre in crescita, e ormai non possiamo più chiederci “se” avverrà, ma semmai, “quando”.

Durante la crisi dei missili di Cuba del 1962, come pure durante i cinque episodi in cui Mosca o Washington pensarono di essere sotto attacco missilistico, siamo stati salvati dalla fortuna e non dal pensiero magico che la guerra nucleare non può accadere.

“Il documento di lavoro senza precedenti, presentato congiuntamente da IPPNW, dalla World Medical Association, dalla World Federation of Public Health Associations e dall’International Council of Nurse, che rappresentano nel loro insieme più di 15 milioni di operatori sanitari, giunge alla conclusione che una comprensione basata sull’evidenza delle conseguenze umanitarie di una guerra nucleare invalida qualsiasi argomento immaginabile per il continuo possesso di queste armi. Il loro utilizzo anche in una guerra nucleare limitata distruggerà coloro che le usano, così come il resto della civiltà umana. Sono in effetti degli attentati suicidi su scala globale e la nostra conoscenza di ciò che faranno conduce inevitabilmente alla conclusione che essi devono essere vietate ed eliminate.

 E’ sempre più il tempo di abolire queste armi, e se gli Stati nucleari non guideranno questo processo, spetta al resto del mondo il farlo.”


Nota: Il discorso originale è pubblicato qua: https://peaceandhealthblog.com/2016/05/04/helfand-oewg/

Qui un articolo (con videoclip) dal sito NHK World: http://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20160505_13/


I paragrafi virgolettati sono libera traduzione di parti del discorso all’OEWG