Conferenza di presentazione della campagna “SENZATOMICA”
Relazione del dott. Michele Di Paolantonio
medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva
Presidente della Sezione Italiana dell’IPPNW
Rappresentante italiano nella delegazione medica mondiale in Aula per il ritiro del Premio Nobel per la Pace 1985
(Oslo, 10 dicembre 1985)
Autorità, Colleghi, Signore e Signori,
sappiamo bene che quando esplode una bomba nucleare l’energia termica, meccanica e radioattiva che sprigiona è tanto grande da distruggere tutto in una vastissima area. La bomba nucleare, quindi, è di per sè, prima ancora di essere usata, un crimine contro l’umanità: il calore che sprigiona scoppiando è tale da trasformare la sostanza organica di cui sono fatti gli uomini (carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto) in gas, facendo letteralmente scomparire gli esseri viventi da vaste aree, e causando in aree contigue al punto di scoppio, ed altrettanto vaste, un numero grandissimo di ustionati e politraumatizzati che giungono a morte con atroci sofferenze. Inoltre la malattia acuta da radiazioni uccide in poco tempo gli esseri umani e gli animali sopravvissuti all’esplosione nucleare in vaste zone portandoli a morte con sintomi (diarrea emorragica e purulenta, astenia e febbre) che dopo il bombardamento atomico di Hiroshima furono definiti come “peste nucleare”.
L’effetto delle polveri emesse dalle eruzioni vulcaniche, come gli europei nell’aprile 2010 hanno avuto modo di comprendere, colpisce molto praticamente la vita delle persone, tanto più quanto maggiore è la quantità delle polveri stesse immesse nell’atmosfera.
Tale effetto è alla base delle elaborazioni di calcolo su cui si fonda la teoria scientifica del cosiddetto “Inverno Nucleare”, che, elaborata nel 1984 dallo scienziato sovietico Wladimir Alexandrov e dallo scienziato svedese Paul Crutzen, Premio Nobel per la Chimica nel 2009, pose (insieme al concetto di guerra nucleare non intenzionale, cioè per errore tecnico o umano) le basi scientifiche per l’accelerazione del processo di disarmo nucleare USA-URSS in Europa. Sulla base dei parametri relativi alla filtrazione delle radiazioni solari da parte delle polveri vulcaniche gli scienziati calcolarono che in caso anche di poche esplosioni nucleari l’enorme quantità di polveri che si innalzerebbero sotto forma di nubi a forma di fungo dagli obiettivi colpiti causerebbero, schermando il sole, l’abbassamento delle temperature medie sul pianeta, provocando fame e freddo, con il collasso della fotosintesi clorofilliana e quindi dei raccolti. Il richiamo a questi concetti è stato scritto nel marzo 2009 nell’appello che trecento professionisti ed accademici della medicina mondiale, organizzati nell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, rivolsero al Presidente Obama chiedendogli una svolta nella dottrina nucleare americana ed un rinnovato impegno per la non proliferazione nucleare ed il disarmo e che contribuì alla sua Dichiarazione di Praga dell’aprile 2009, propedeutica al nuovo accordo di disarmo nucleare Usa-Russia START che qualche giorno fa è stato ratificato sia dal Senato degli Stati Uniti che dai due rami del Parlamento russo.L’ “Inverno Nucleare” che, oltre alla immediata distruzione di vasti obiettivi e di masse di esseri viventi si produrrebbe con una guerra nucleare anche limitata, provocherebbe subito dopo la “Fame Nucleare”, per mancanza di grano e raccolti, causata dal collasso della fotosintesi clorofilliana, base biologica della produzione agricola, a seguito dell’oscuramento della radiazione solare provocato dalle polveri delle esplosioni nucleari, con conseguente morte per fame e per freddo, oltre all’annientamento delle popolazioni direttamente colpite dagli scoppi nucleari, anche di popolazioni che vivono molto lontane dai luoghi delle stesse esplosioni nucleari, in altri emisferi del pianeta.
Infatti le polveri, spinte dalla forza meccanica dello scoppio fino ad un’altezza di sedici chilometri dalla superficie terrestre, cioè oltre il limite della troposfera, e quindi sottratte alla caduta di gravità che invece le riporterebbe immediatamente a terra, avvolgerebbero il globo terrestre seguendo i fenomeni di circolazione dell’aria attorno al pianeta, colpendo l’umanità nel suo complesso, come esperienza biologica vivente sul nostro pianeta, con i fenomeni sopra ricordati dell’ “Inverno Nucleare” e della “Fame Nucleare” .
Per tutto questo la sperimentazione, la produzione, la detenzione ed il dispiegamento di armi nucleari, ancor prima del loro diabolico impiego, rappresentano un crimine contro l’umanità.
Per aver capito questi concetti, Wladimir Alexandrov, che aveva fornito i suoi studi alla sezione italiana dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW), in occasione del IV Congresso Mondiale dell’organizzazione (Helsinki, 4-8 giugno 1984), fu rapito a Barcellona nel 1985, prima dell’avvio del processo di disarmo nucleare in Europa, e mai più ritrovato.
Alle Nazioni Unite, a Ginevra, durante i lavori della Commissione di Preparazione della Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, nell’aprile-maggio 2008, la delegazione di Mayors for Peace, guidata dal Presidente Akiba Tadatoshi, Sindaco di Hiroshima, decise di promuovere il progetto di Mediterraneo Mare Libero dalle Armi Nucleari, come primo, esemplificativo passo nella prospettiva della Liberazione del Pianeta dalle Armi Nucleari entro il 2020, attraverso una Convenzione Mondiale sulle Armi Nucleari. Nell’agosto scorso, nell’Università di Basilea, in occasione dell’ultimo Congresso Mondiale dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, anche la nostra organizzazione ha fatto proprio il progetto di liberazione del Mediterraneo dalle Armi Nucleari, nella strategia tesa a promuovere accordi internazionali per la prevenzione della proliferazione di armi nucleari ed anzi della loro distruzione in Medio Oriente.
A questo fine l’Internazionale Medici ha promosso una propria importante iniziativa che ha favorito l’affermazione alle Nazioni Unite, nell’intervento alla Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione, da parte del Presidente dell’Iran, che quel Paese non saprebbe che farci di un ordigno nucleare, rispondendo al forte e giustificato allarme internazionale per lo sviluppo del programma nucleare iraniano. Tale iniziativa, avviata in Sicilia, a Mazzarino, il 27 novembre 2009, con l’incontro di Sindaci per la Pace Iraniani, Italiani ed Iracheni, è continuata con formale riconoscimento ed accoglienza di una affiliazione iraniana nell’Internazionale Medici, e con la comune partecipazione di iraniani, europei, israeliani, palestinesi, americani ed egiziani ai workshops sulla denuclearizzazione del Mediterraneo e del Medio Oriente, al nostro recente Congresso Mondiale in Svizzera.
Detto questo, permettetemi di ricordare il ruolo che la medicina italiana nel suo pieno complesso ebbe qui a Roma, dal 1982 al 1985, nel lungo cammino che portò alla ripresa dei colloqui USA URSS tra Reagan e Gorbaciov, attraverso i lavori del Comitato Scientifico Italiano “Medicina per la Pace”, di cui fecero parte, rappresentati alle nostre riunioni dal compianto dott. Giovanni Turziani, tutti i membri del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici d’Italia, e tutti i medici accademici dei Lincei e dell’Accademia Pontificia delle Scienze, allora presieduta dal prof. Giovanni Battista Marini Bettolo, ospitati dalla Provincia di Roma. Dal seno di quel Comitato fondammo la Sezione Italiana dell’Internazionale Medici, presieduta dal compianto prof. Daniel Bovet, Premio Nobel per la Medicina, dopo che lavorammo alacremente al I Incontro Scientifico Internazionale per la Prevenzione della Guerra Nucleare del marzo 1983 ed al II, che tenemmo qui alla Camera dei Deputati nell’ottobre 1984 e che titolammo “Terra/Spazio: una via per la Pace”. Fu con noi allora anche Russel Scheiwkart, astronauta di Apollo IX. Ma, oggi come e più di ieri, non significa stare con la testa tra le nuvole se pensiamo alla concreta possibilità di liberare, con la forza dell’intelligenza e dell’iniziativa dei cittadini, come noi siamo, pianeta ed umanità dalle armi nucleari.